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La metà dei lavoratori del mondo rischia di perdere la propria occupazione a causa degli effetti della pandemia di Covid-19. A dare l’allarme è l’Organizzazione internazionale del lavoro (Ilo).L’agenzia delle Nazioni Unite sostiene che a essere colpiti dalla crisi saranno ben 1,6 miliardi di persone impiegate nell’economia informale, pari alla metà dei lavoratori nel mondo.
Ogni Paese ha la sua quota di lavoratori “in nero”, o che svolgono lavori “alla giornata”. Un fenomeno che riguarda però maggiormente i Paesi in via di sviluppo, dove le economie sono poco diversificate, il livello di istruzione è mediamente più basso e il tasso di disoccupazione più alto. Si parla dei piccoli commercianti di strada, degli autisti, delle guide improvvisate.
Ci sono poi i lavoratori edili, i braccianti nelle aziende agricole, gli aiuti domestici, gli operai nelle fabbriche. Tutte figure fondamentali ma spesso precarie e a cui non vengono riconosciuti diritti e tutele.
Guy Ryder, direttore generale dell’Ilo, ha denunciato: “Per milioni di lavoratori nessun reddito significa niente cibo, nessuna sicurezza e nessun futuro. Milioni di attività commerciali in tutto il mondo riescono a malapena a sopravvivere”. Questo accade perchè spesso “non hanno risparmi ne’ accesso al credito”. Secondo Ryder, “questi sono i veri volti del mondo del lavoro” e “se non li aiutiamo ora semplicemente moriranno”.
La pandemia non solo colpisce i lavoratori, autonomi o dipendenti, ma anche le imprese, che rischiano di chiudere, con conseguenti licenziamenti che vanno ad ingrossare le file dei disoccupati.
Redazione Pressa
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