Da anni Lapressa.it offre una informazione libera e indipendente ai suoi lettori senza nessun tipo di contributo pubblico. La pubblicità dei privati copre parte dei costi, ma non è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge, e ci segue, di darci, se crede, un contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di
modenesi ed emiliano-romagnoli che ci leggono quotidianamente, è fondamentale.
“Le attività di corso Canalchiaro impattate dal cantiere per la riqualificazione stradale saranno indennizzate come previsto da delibera di Consiglio comunale, così come tutti gli esercizi che in centro storico sono stati impattati da lavori stradali della durata superiore a un mese”.
Lo ha confermato l’assessore ai Lavori pubblici Andrea Bosi nella seduta del Consiglio comunale di giovedì 13 ottobre rispondendo all’interrogazione illustrata da Barbara Moretti di Lega Modena e firmata anche da Elisa Rossini di Fratelli d’Italia, Antonio Baldini ora Gruppo indipendente per Modena, Piergiulio Giacobazzi di Forza Italia e Beatrice De Maio di Modena sociale.
La consigliera ha sottolineato i “forti disagi e danni economici agli esercenti della zona e ai titolari di attività commerciali o della ristorazione” anche legati alle “emissioni di odori sgradevoli” derivanti dalla scopertura di tratti di fognatura, e ha riportato la segnalazione dei commercianti della zona che “avrebbero notato recentemente un rallentamento” dei lavori.
Moretti ha quindi chiesto se è confermato il termine dei lavori previsto per novembre e a quanto ammontino gli indennizzi previsti a favore di titolari di attività commerciali, di servizio e della ristorazione impattati.
“Analogamente a quanto accaduto due anni fa per la riqualificazione di un tratto di via Canalino – ha spiegato l’assessore Bosi – anche in questo caso abbiamo previsto degli indennizzi: a titolo di esempio, un bar potrà percepire circa 220 euro al mese per ogni mese di durata dei lavori. Ricordo però che, a differenza di altre strade oggetto di intervento, corso Canalchiaro in questo tratto è caratterizzata dalla presenza di un doppio porticato che ha consentito il transito di persone”.
L’assessore ha quindi ricapitolato che il cantiere “è iniziato a fine febbraio con lavori di competenza dell’Amministrazione della durata di circa una settimana, volti alla scarifica e al recupero dei ciottoli sottostanti.
A seguire, il cantiere è passato in carico a Hera spa che ha effettuato una serie di lavorazioni complesse e articolate, come il consolidamento del vecchio canale, la sostituzione delle reti e il rinnovo del reticolo fognario, le creazioni di valvole e la sostituzione di ampie porzioni del tubo del ‘400. “È evidente – ha sottolineato – che i lavori stradali, particolarmente in centro storico, creano disagi e hanno una certa complessità, ancor più quando le attività si devono svolgere sotto la direzione e il controllo della Soprintendenza archeologica. In diversi casi il cantiere ha dovuto rallentare rispetto al cronoprogramma per eseguire gli scavi a mano, per catalogare i ritrovamenti archeologici ed effettuare gli opportuni rilievi portando a qualche settimana di ritardo i lavori che, nel tratto inizialmente oggetto di intervento, da via Bonacorsa a via della Vite, dovevano essere concluso in settembre”. L’assessore ha quindi spiegato che “da due settimane nel cantiere è operativa la ditta aggiudicatrice dei lavori di pavimentazione di questo primo tratto, che sono in fase di completamento, e si può ragionevolmente prevedere la conclusione dei lavori fino a via dei Servi entro poche settimane, certamente prima della fine di novembre”.
Bosi ha quindi ricordato che, nel tratto di corso Canalchiaro riqualificato nel 2020, le lastre ammalorate sono già state sostituite e che anche la precedente pavimentazione in asfalto risultava ammalorata “per il combinato disposto del passaggio dei mezzi del trasporto pubblico e della presenza del canale sottostante che amplifica le vibrazioni al passaggio dei mezzi. Nel tratto oggetto di lavori – ha aggiunto - abbiamo preso ulteriori accorgimenti per ridurre le vibrazioni. Ricordo, comunque, che l’utilizzo di lastre di selce e ciottoli di fiume per la nuova pavimentazione, oltre a essere di maggior pregio ed aumentare l’attrattività turistica della via, è l’unica tipologia di pavimentazione autorizzata dalla Soprintendenza, in virtù di un accordo quadro sulle pavimentazioni del nostro centro storico che tiene conto anche della storicità dei materiali”.
Gli interventi dei consiglieri dopo la trasformazione in interpellanza dell’interrogazione di Barbara Moretti (Lega Modena) su richiesta del Consigliere Elisa Rossini (Fratelli d’Italia).
Lo stesso consigliere di Fratelli d'Italia Rossini ha condiviso la necessità dei lavori, sottolineando però “che si sono prolungati più del previsto, e questo è un problema del sistema Italia, impattando sia sui residenti sia sugli esercenti e su chi lavora in quella zona”. Riferendosi alle vibrazioni causate dagli autobus, Rossini ha affermato che “sono troppo grandi per il nostro centro storico, in altre città li usano più piccoli, e se non li cambiamo, temo che presto dovremo rifare nuovamente la pavimentazione”.
Anche Mara Bergonzoni (Pd) ha affermato che il disagio causato dai cantieri “è un fatto di cui siamo tutti consapevoli, ma – ha proseguito – la riqualificazione della città è una ricchezza e un valore aggiunto in termini di bellezza che porta maggiore attrattività e una serie di investimenti conseguenti”.
Andrea Giordani (Movimento 5 stelle) ha chiesto a chi spettino i controlli sui cantieri e sulla qualità dei lavori che vengono eseguiti, “visti i problemi che già ci sono nei tratti nuovi”.
In replica, il consigliere Moretti ha condiviso “la soddisfazione per l’avanzamento dei lavori e per la riqualificazione e l’abbellimento della strada”. Per la consigliera, però, non bisogna dimenticare “il calvario vissuto dagli esercenti della zona in questo periodo, con lavori che durano più del previsto e una mancanza di programmazione”. Secondo Moretti, inoltre, “duecento euro mensili di ristoro sono troppo pochi”.