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A sei mesi di distanza dalla grande manifestazione di Roma (26 settembre 2020), il Comitato Priorità alla scuola lancia una nuova grande mobilitazione nazionale per il 26 marzo 2021, in 65 piazze d'Italia in concomitanza con lo sciopero scuola indetto dai Cobas, a cui ha già dato la sua adesione il Coordinamento Nazionale Precari Scuola. 'A questo si aggiungerà lo sciopero bianco di due ore per gli altri lavoratori, quegli stessi che sono genitori essenziali, che hanno aspettato misure di congedo e bonus baby sitter non certamente adeguati alla reale situazione di difficoltà. E, gli studenti, ragazzi e bambini, coloro a cui più di ogni altro è stato tolto dall’inizio della pandemia, aderiranno alla giornata scioperando dalle lezioni a distanza, uno sciopero dalla Dad'.
'Invece di riaprire le scuole e così ripristinare dei diritti costituzionali, presidenza della Repubblica e Governo si lanciano con fervore in progetti filantropici che promettono distribuzioni di “device”.
Svaniti, alla prova dei fatti e del naufragio socio-sanitario a cui stiamo assistendo, tutti quei bei discorsi sui “nativi digitali”, ora abbiamo la filantropia, che si attrezza per affrontare a modo suo uno dei ritardi cronici del Paese. Ma di nuovo imbroglia le carte, confondendo forma e sostanza, strumento e funzione, dotazione e capacità di uso. Nessuno affronta il punto di una riforma della scuola che punta su digitali e atomizzati, digitali e disgregati, digitali e abbandonati. Di fronte a tutto questo non alziamo bandiera bianca non vogliamo certo una riforma della scuola fondata sulla didattica a distanza, che ci viene riproposta dopo i fasti della primavera e dell’estate scorse. Per questo abbiamo lanciato uno sciopero della didattica a distanza: “usciamo dagli sche(r)mi” perché “questa casa non è una scuola” - afferma Priorità alla scuola -.
Tutto il Paese è invitato a porre attenzione alla scuola pubblica e a esprimersi in sua difesa e per la sua valorizzazione: la scuola è perno della cittadinanza e del pieno godimento di tutti i diritti, uno dei fondamenti del patto sociale che unisce la comunità. Senza scuola non ci sono diritti. Il primo urgente provvedimento di riforma riguarda l’immediata riduzione del numero di alunni/e per classe, fissando un tetto massimo di venti, abolendo ogni possibilità di accorpamento per le classi successive. Si chiede che i finanziamenti del Recovery Fund siano pertanto utilizzati per il potenziamento di tutto il personale scolastico, con un piano di assunzioni e di stabilizzazione dei docenti precari, adeguamento degli spazi e degli edifici scolastici, con ripristino di vecchi edifici e realizzazione di nuovi. A livello nazionale hanno aderito alla manifestazione di venerdì: TeachersforFuture Italia, Priorità all'Università, NOI SCUOLA, Potere al Popolo, Sinistra Italiana, Comitati LIP, Legge di iniziativa popolare per la scuola della Costituzione, Società della cura, Forum nazionale movimenti per L'acqua, Medicina Democratica, Apriti Scuola, ATTAC Italia, Collettivo NiNanD, ALT Alziamo la testa, Cattive Ragazze, La scuola a scuola.
A Modena hanno aderito: Associazione studentesca React, La scuola a scuola, NUDM Modena, Circolo Culturale Left – Vibra, Associazione Idee in circolo, Arcigay Modena Matthew Shepard, Rifondazione Comunista Federazione di Modena, Potere al Popolo Modena, Unione degli Universitari Modena, CSV TERRE ESTENSI odv, Associazione Casa delle Donne di Modena (Centro Documentazione Donna, Differenza Maternità, Donne nel Mondo, Casa delle Donne contro la Violenza, Gruppo Donne e Giustizia, UDI Modena)