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Salve,
vi contatto per raccontare la mia esperienza che spero faccia riflettere e porre domande un po' a tutti noi. 21 giorni fa ho fatto un tampone perché mio fratello è risultato positivo. Di conseguenza, ho preferito fare anch'io un accertamento, effettuando il tampone. Avevo un raffreddore.
Il risultato è stato 'Rilevato' per cui 14 giorni di isolamento. I sintomi del raffreddore sono durati circa 4 giorni dopodiché ero in piena forma, con saturazione dell'ossigeno sempre ottimale. Intanto ho fatto anche sport, casalingo ovviamente. Al 14esimo rifaccio il tampone e il risultato è sempre 'Rilevato'.
A questo punto però chiedo al laboratorio di analisi di Baggiovara i risultati del test e non solo la presenza o meno del virus, visto il mio più che ottimo stato di salute.
Mi dicono che io da privato non posso fare richiesta, così chiedo la gentilezza al mio medico di base, il quale, con tanta pazienza, riesce ad ottenere alcune informazioni ma nulla di scritto. Il virologo ha risposto che non è autorizzato a dare questa informazione. In maniera informale, a voce, ha dichiarato che 'la sua carica era moderata al primo e bassa al secondo tampone, per cui non costituisce un rischio per nessuno, in quanto non contagiosa. Ma tanto tra 7 giorni è libera'.
Vi scrivo nella speranza che le domande che mi sono posta siano di spunto per tutti, al fine di avere maggiore chiarezza nelle informazioni che riceviamo giornalmente da un anno e più:
1. Perché non ho il diritto di conoscere a che livello sono di carica virale e quindi se sono o meno infettivo? È come fare un esame del colesterolo e comunicare che è rilevato, omettendo a quanto è il livello di rischio, alto-medio-basso.
2.
Come mai, nonostante il basso rischio, sono costretta a casa senza poter lavorare? Sono un libero professionista e 21 giorni ferma è un danno economico importante.
3. Com'è possibile pubblicare dati così sommari, senza la specifica delle percentuali di alta-media-bassa carica? Questa informazione potrebbe evitate di farci stare tutti rinchiusi indistintamente e la discutibile chiusura di attività lavorative?
In realtà ne avrei un'altra. Il virologo afferma anche che questi test non sono poi così precisi per cui solo se negativi le persone possono riprendere le attività. Affermazione disarmante in quanto, se si hanno dubbi sui risultati, vale anche per i falsi positivi. Quindi, stiamo gestendo una pandemia con tale approssimazione? Vi ringrazio per l'attenzione e resto a disposizione nell'eventualità che prendiate in considerazione la mia discussione.
Lettera firmata
Redazione Pressa
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