Epatite B, dall'ospedale di Baggiovara nuove speranze di cura

Sull’ultimo numero della rivista New England Journal of Medicine, i risultati di uno studio condotto dal team guidato dal Prof. Pietro Andreone e i ricercatori

“Gli oligonucleotidi antisenso sono una nuova classe di molecole in grado di “frammentare” gli RNA virali evitando la produzione di nuove proteine e quindi l’assemblaggio di nuovi virus – spiega il prof. Pietro Andreone – I risultati di questo studio sono davvero incoraggianti. Il 10% degli ammalati è riuscito ad ottenere la eliminazione della proteina HBsAg, che è la principale responsabile dello squilibrio immunologico che causa la cronicizzazione dell’infezione. Un risultato impensabile sino a qualche anno fa, che dovrà essere confermato su un numero più ampio di pazienti”.
L'epatite cronica B è una malattia infettiva acuta che interessa il fegato e ne provoca l'infiammazione. L'agente responsabile è un virus, chiamato virus dell'epatite B (HBV), che presenta un pronunciato tropismo per il fegato: una volta penetrato nell'organismo, il virus raggiunge gli epatociti dove avviene l'attività replicativa; tuttavia, HBV è in grado di infettare in misura minore anche organi come rene, milza e leucociti.
Il virus dell'epatite è più comunemente trasmesso attraverso il contatto con sangue o altri fluidi corporei (liquido seminale, fluido vaginale), nonché da madre a figlio durante il parto. Per quanto riguarda l’epatite B in Italia abbiamo una bassa prevalenza di infezioni grazie alla introduzione della vaccinazione agli inizi degli anni ’90. Tale infezione cronica, comunque, affligge circa lo 0,5% della popolazione italiana ma è molto più frequente negli immigrati che giungono dall’Africa, dall’Asia e dalle regioni dell’Europa orientale. I farmaci che oggi abbiamo disponibili sono degli antivirali molto efficaci e ben tollerati, l’entecavir e il tenofovir, ma hanno l’inconveniente che nella maggior parte dei pazienti il trattamento è per un periodo indefinito.
“Se i risultati del nostro studio saranno confermati in una platea più ampia di pazienti, allora saremo davvero vicini a una terapia che consenta la sospensione dell’antivirale e la guarigione dall’epatite”. Ha concluso il prof. Andreone.
Nella foto insieme al prof. Andreone: Carmela Cursaro, Marzia Margotti, Monica Pedroni, Hajrie Seferi

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