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Incidenti stradali, a Modena tornano ad aumentare morti: 44 in un anno

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Il punto sull'anno appena concluso di Franco Piacentini, presidente dell'Associazione familiari vittime della strada


Incidenti stradali, a Modena tornano ad aumentare morti: 44 in un anno
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'La sicurezza sulle strade modenesi, negli ultimi anni, era aumentata considerevolmente: il numero di decessi per incidenti stradali, infatti, era calato tangibilmente tra il 2002 e il 2012, migioramento che si è fermato sostanzialmente all'anno 2008, proseguito per inerzia ancora per qualche tempo, dopo di che praticamente ci si è letteralmente arenati e questo è inaccettabile. Si trattava di un miglioramento che incoraggiava e che avrebbe dovuto essere di stimolo a progredire ulteriormente ma ciò non è avvenuto a dispetto dei vari proclami letti negli ultimi anni. Neppure le restrizioni dovute alla pandemia hanno portato a cambiamenti significativi. Sono almeno 44 i morti (in 42 incidenti) registrati nel 2021 dall'osservatorio indipendente dell'Associazione Italiana Familiari vittime della strada-APS, sulle strade della nostra provincia e circa 3500 i feriti alcuni dei quali, circa 150, con postumi da invalidità permanente.

Numeri intollerabili'. A parlare è Franco Piacentini, presidente dell'Associazione familiari vittime della strada.

'I suddetti incidenti comportano costi economici e sociali spropositati e inaccettabili: gli ultimi dati del ministero dei trasporti ci dicono che ogni decesso ci costa infatti 1.500.000 euro mentre ogni ferito ce ne costa 42.200 per una spesa sociale nella nostra provincia di incirca 200 milioni di euro a cui si aggiunge la perdita umana, il dolore dei congiunti, le sofferenze dei feriti ed i tragici cambiamenti nella vita delle persone colpite - continua Piacentini -. Analizzando i dati per categorie si può notare un preoccupante aumento di rischio tra i motociclisti (11) che rappresentano il 25% del totale dei decessi, a seguire pedoni (9), ciclisti (9) e automobilisti (9) rappresentano un altro 20% dei deceduti dimostrando essere una categoria particolarmente a rischio a seguire autocarri (3) e ciclomotori (3).

Purtroppo non riusciamo a recuperare dati certi sulle condizioni fisiche dei coinvolti nei sinistri (alcool, droga…) di cui tanto si legge ma le undici fuoriuscite senza apparente contatto con altri veicoli con esito mortale (25%) dovrebbero porre alcuni interrogativi anche sulle condizioni fisiche e psichiche di alcuni utenti e al tempo stesso alle condizioni delle strade; a tal riguardo riteniamo fondamentale potenziare l’attività di prevenzione e controllo prima che accada l’incidente sì da tutelare l’incolumità dei cittadini. La società, nondimeno, continua in larga parte ad accettare o rimuovere il rischio di morte sulle strade: i drammi che si consumano quotidianamente sulle nostre strade sono ancora alquanto ignorati. Dalle amministrazioni viene dato esplicito appoggio all'obiettivo previsto di dimezzare il numero di morti sulle strade entro il 2030, obiettivo già fallito nel decennio 2010/2020. L’Associazione Italiana familiari e Vittime Della Strada ritiene che l'obiettivo a cui si dovrebbe puntare fin da subito, anzichè sperare di dimezzare accettando quindi nella migliore delle ipotesi 22 vittime e 60 disabili all'anno all'incirca e per prossimi dieci anni, sia zero morti e zero feriti gravi. Non possiamo avere come obiettivo e quindi preventivare ed accettare 220 morti e 600 disabili (nella migliore delle ipotesi) nei prossimi dieci anni. Le amministrazioni locali dovrebbero quindi aderire alla richiesta del Parlamento europeo e mirare a scongiurare completamente i decessi da incidenti stradali ('Vision Zero'), come già fanno diversi Stati a livello nazionale perchè chiunque resti ucciso o ferito in un incidente stradale è uno di troppo'.

Redazione Pressa
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La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, ..   Continua >>


 
 
 
 

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