Nella circolare diffusa nei giorni scorsi alle prefetture e agli organi di polizia sulle modalità di intervento in occasione dell'iniziativa #ioapro, il riferimento sanzionatorio e di dissuasione a reiterare l'irregolarità era soprattutto nei confronti dei gestori e titolari delle attività. La consapevolezza di ciò che realmente sarebbe successo a chi, da cliente, avesse deciso di usufruire dei servizi offerti, non era così chiara e tantomeno diffusa tra la popolazione. L'identificazione (che può avvenire oppure no), delle persone in un locale in cui l'irregolarità viene consumata, non è detto che sfoci d'ufficio in un atto sanzionatorio. Cosa invece che sembra stia per succedere a tutti coloro che dal 15 gennaio, giorno della apertura, siano stati colti all'interno delle attività cosiddette 'ribelli', ad usufruire dei servizi offerti. Palestre o ristoranti che siano.
Ma tanti, per contro, sono stati convinti dagli appelli dei gestori di palestre o titolari di locali ad accedere senza problemi, tranquillizzando sul fatto che la responsabilità, anche in caso di controlli, sarebbe stata del gestore. Nel senso che il gestore, visto che la responsabilità è comunque personale, si sarebbe fatto carico, a richiesta, della gestione della eventuale contestazione fatta al cliente. Una possibilità, quest'ultima, che comunque sembrava remota, ovvero scongiurata dalla convinzione che una 'semplice' identificazione non avrebbe portato a nulla più. Ma non sarà così. Dal comando provinciale dei Carabinieri di Modena la conferma che la contestazione delle sanzioni elevate nei confronti delle persone identificate, evitata direttamente il giorno del sopralluogo, ci sarà e avverrà attraverso l'invio del verbale al proprio domicilio. Quattrocento euro (ridotti a 280 euro nel caso di pagamento entro 5 giorni), che anche nella disponibilità del gestore eventualmene di farsene carico (tutta da verificare), rappresentano un problema.
Gi.Ga.