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Arrivano ora, a seguito della delibera comunale approvata il 6 agosto scorso (anche se la Fondazione Casa Museo Casa Ferrari li ha richiesti ufficialmente il 15 gennaio scorso), i 75.000 euro che il Comune di Modena si è impegnato a versare per la gestione annuale e le spese della Fondazione Casa Museo e che la Fondazione si impegna a rendicontare.
Ed è proprio dal rendiconto generale che la Fondazione Casa Natale Enzo Ferrari Museo allega alla richiesta di contributo annuale che emerge che la Fondazione Casa Natale Enzo Ferrari introiterà per il 2020 da enti che hanno contribuito alla sua fondazione 395mila euro l'anno. Di questi 300.000 dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, 75mila dal Comune di Modena e 20mila dalla Camera di Commercio di Modena.
Oltre agli enti la Fondazione incassa 150mila euro dal canone di concessione del museo, 50milla dalle adesioni volontarie di altri enti ed associazioni ai quali vanno aggiunte non meglio specificate rimanenze per 28.500 euro. Arrivando così, mettendo insieme altre minori entrate, a 623.500 euro. Di questi ne vengono spesi 22.500 per assicurazioni e manutenzioni. Per l'affitto della casa natale escono 169.000 euro l'anno, per il personale dipendente 59mila. Ici e Tares pesano per 38mila euro e gli interessi passivi e le commissioni per oneri bancari 35.860. Se si aggiunge la grande voce da 185mila euro per ammortamenti ci si avvicina ad un totale di costi annui, per il 2020, di 589mila euro, con un risultato di esercizio di 33.608 euro al lorodo delle imposte per 23mila euro, per un risultato netto di esercizio di poco di di 9mila euro.
Ai freddi dati di bilancio il rendiconto unisce anche valutazioni di indirizzo e più politiche dell'attività 2020. A partire dall'obiettivo di incrementare il numero di adesioni da da parte di associazioni o gruppi privati che con il Museo possono stabilire convenzioni o gestire attività particolari, con l'obiettivo di avere ricadute positive sia per la Fondazione sia per il Museo. Da qui una valutazione più generale sulla collocazione urbanistica, non ancora felice ed ideale del museo. Come La Pressa ha documentato anche nei giorni scorsi, l'area delle ex acciaierie nei pressi della quale il museo è stato realizzato, soffre ancora di forti problemi di degrado derivante dalla mancata rigenerazione e riqualificazione dell'area stessa, parallela sul nato sud, della ferrovia che ancora divide e scuce due parti della città. In questo senso va il richiamo della stessa Fondazione agli enti preposti 'alla riqualificazione dell'area circostante tramite costanti interventi di carattere manutentivo'
Gi.Ga.
Redazione Pressa
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