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'Qui al Lambda la situazione precipita, ho denunciato pericoli e insicurezza e ora vogliono cacciarmi'

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Salah, dal 2010, custode del residenziale di via Emilia Ovest è esasperato. ‘Ho dato tanto a questo posto ma la vita mia e di molti inquilini ora è impossibile. Aiutateci'


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Infiltrazioni di acqua nelle parti comuni, che in occasione delle piogge arrivano fino ai sotterranei invadendo anche i locali contatori della luce ed i quadri elettrici dei circa 90 appartamenti, generando una situazione di rischio per chiunque vi acceda. Ricorso massiccio, per tutto l'inverno, a bombole di gas per scaldarsi e per cucinare, depositate in locali a piano terra, appartamenti invasi dalla muffa, non coimbentati e carichi di umidità, perchè dotati solo di pompe di calore installate alcuni anni fa, insufficienti per scaldare gli stabili se non con consumi di energia elettrica insostenibili, capaci di assorbire un intero stipendio. Ma, soprattutto, la nuova esplosione dello spaccio, dei furti e della criminalità nell'area circostante che ha portato al controllo di diverse aree cortilive comuni accessibili facilmente dalla strada a causa del mancato funzionamento del cancello elettrico.

Rischio aumentato dal fatto che da tempo è fuori uso il sistema di videosorveglianza.  
Questi solo alcuni elementi della condizioni che in aprile avevamo riscontrato all'interno del residenziale Lambda, a Modena, su segnalazione del custode, Salah, al lavoro nello stabile da 13 anni. 
Il Lambda, conosciuto a molti modenesi di vecchia data, è il comparto simbolo, negli anni '80, di un nuovo e più moderno concetto di abitare, anche temporaneo, sul modello dei residence, ma in quel caso di qualità elevata, grazie anche le sue dimensioni ridotte e più controllabili rispetto, per esempio, all'R-Nord. Una qualità che nel tempo è scemata, degradata negli anni '90 e 2000 per fenomeni di prostituzione che si consumava in diversi alloggi e, già e anche ai tempi, spaccio. La cronaca di quel tempo ne è testimone. Dal 2010 le cose parevano essere cambiate. In meglio.

Anche grazie all'arrivo di Salah, di origine marocchina. Il nuovo custode, che 13 anni fa si è insediato nell'alloggio di servizio alla portineria H24, al piano terra, nella galleria interna. Uno stipendio dignitoso per un lavoro a tempo pieno ed indeterminato che insieme alla disponibilità di un alloggio ha permesso a lui e alla sua famiglia, di costruirsi, una nuova vita. Agendo sostanzialmente 24 ore, con la sua presenza al servizio dello stabile e di chi ci abita. 

Pur in un contesto difficile che grazie a lui e al suo dichiaratamente stretto rapporto di fiducia e collaborazione con le forze dell'ordine, dopo anni di emergenzò,  appunto, a migliorare. Salah, in questi anni, ha contribuito al ritorno di condizioni migliori di sicurezza e di decoro. Godendo anche della fiducia degli amministratori che dopo un periodo di prova gli confermarono nero su bianco un contratto stabile. Salah, raccontano anche alcuni inquilini che incontriamo, ha generato fiducia e rispetto, esigendo il rispetto delle regole e, agendo, con carattere fermo ed una stazza fisica imponente, anche rispetto alle condizioni più difficili. Nei confronti di inquilini ed ospiti particolari, da sempre in gran parte stranieri, arrivando a fare da filtro, mediatore, e in alcuni casi anche da garante, rispetto alla presenza di alcuni inquilini nel rapporto con le proprietà. In sostanza le condizioni, al Lambda, migliorarono, il degrado si ridusse insieme all'illegalità anche grazie alla sua presenza e alla sua azione. Fino a tre anni fa. Quando emergenza Covid e la conseguente crisi lavorativa ed economica hanno nuovamente incrementato il degrado sociale e strutturale del comparto. Facendo precipitare l'intero complesso in una nuova crisi. Che si è ripercossa direttamente anche su Salah e la sua famiglia. Lavori edili e di ristrutturazione sulle parti comuni iniziati e abbandonati che Salah ha segnalato e contestato, ma soprattutto il caro energia. Chiave di volta, in peggio, del tutto. In uno stabile come questo dove alcuni fa era stato eliminato il riscaldamento a gas per spostarsi sull'energia elettrica, con l'installazione di pompe di calore, non accompagnate in molti appartamenti da una contestuale riqualificazione energetica dello stabile che ne ottimizzasse il funzionamento (infissi, coibentazione, ecc).... negli alloggi la situazione è precipitata. Molti inquilini, soprattutto di fronte a bollette raddoppiate o triplicate anche di 600 o 800 euro a bimestre, hanno smesso di utilizzare le pompe di calore (insufficienti per asciugare e riscaldare appartamenti dove gli infissi sono quelli degli anni '80 nonostante i consumi e le spese esorbitanti), rimediando con stufette cataliche a gas. Che su sono diffuse insieme alle bombole libere di gas che le alimentano. Bombole utilizzate anche per la cottura dei cibi. Una situazione oltre che non più consentita dalle norme, di potenziale e diffuso rischio. Che allo stesso tempo ha generato l'esplosione di un tasso di umidità insostenibile all'interno di appartamenti. Accompagnati da Salah e accolti da alcuni inquilini ne abbiamo visitati alcuni, riportati in parte in foto. Situazione a dire poco difficile. Bombole di gas sparse, stufette a gas, ovunque. Muri anneriti da fumi che impregnano l'umidità che avvolge tutte le pareti. Diversi ammettono di avere smesso di pagare affitto senza il ripristino della condizioni di vivibilità. 'Qui - ci dicono - o si pagano le bollette pregresse o non si mangia e non si paga l'affitto'.
'Non pagherò fino a quando questo appartamento tornerà vivibile, così non lo è' - afferma un giovane tunisino, da anni in Italia con lavoro precario da circa 1000 euro al mese che fino a un anno fa gli consentiva di vivere e ora non più. 'In queste condizioni non riesco nemmeno a farmi raggiungere dalla mia famiglia. Ho una moglie e una figlia piccola'
Di fronte a questa situazione, Salah segnala e denuncia tutto. Alle autorità. Anche rispetto ad una aggressione ricevuta da alcuni spacciatori che aveva allontanato. Ci mostra le denunce in cui si cita anche l'utilizzo delle bombole e di una situazione di potenziale pericolosità e di degrado, anche strutturale. Che perdura ormai da tempo. E per lui inizia l'incubo. Minacce e ritorsioni. In assemblea il suo nome appare nell'ordine del giorno che mette in discussione il suo operato e propone la fine del rapporto di lavoro. A Salah - racconta lui stesso - viene negata all'illuminazione del locale della portineria. Ora di fatto inutilizzato. Mentre la situazione continua a peggiorare, fino ad oggi. Tra i problemi segnalati c'è anche la rottura del cancello automatico, che rimane aperto, che rende facile l'accesso anche ai malintenzionato, e il mancato ripristino dell'impianto di videosorveglianza interno, 'non funzionante da mesi' - afferma Salah, mostrandoci anche la centralina per i monitor installata nel suo appartamento ormai scollegata e inutile. Tra i problemi anche l'impossibilità di utilizzare i garage interrati. Ci sarebbe posto per tutti o quasi, invece nulla. Ne consegue che gli inquilini parcheggiano ovunque negli spazi comuni, in diversi casi davanti a garage e posti auto segnati al piano terra. Da qui si generano liti. Frequenti. Una inquilina ce ne racconta una accaduta la mattina precedente.

Due sere fa l'ennesima aggressione al termine di una rissa tra stranieri, con un ferito all'ospedale. In settimana si sono moltiplicati anche i bivacchi. Spacciatori e senza fissa dimora utilizzano gli spazi comuni, già trasformati in depositi di rifiuti, con giacigli di fortuna. Alcuni hanno addirittura portato materassi. Da lì l'accesso al parco Ferrari è comodissimo. Piazza di spaccio a due passi. Raggiungibile a piedi. Salah è esasperato e chiede aiuto. Che, auspichiamo, possa presto arrivare. 

Gianni Galeotti


Redazione Pressa
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La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, ..   Continua >>


 
 
 
 


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