Le domande di contributo, insieme alla ricognizione dei danni subiti, devono pervenire alle Amministrazioni comunali nel cui territorio sono situati i beni danneggiati. Gli interventi di ripristino devono essere eseguiti entro il termine perentorio del 30 aprile 2026, a pena di decadenza dal contributo concesso.
I Comuni o le Unioni di Comuni comunicheranno entro il 15 novembre 2024 all’Agenzia regionale per la Sicurezza territoriale e la Protezione civile il fabbisogno finanziario che risulterà dall’istruttoria delle domande per accedere alle prime misure di immediato sostegno. L’Agenzia provvederà all’assemblaggio e alla trasmissione dei dati al Dipartimento della protezione civile, ai fini dello stanziamento delle risorse.
Il Dipartimento riceverà anche l’esito della ricognizione dei danni eccedenti gli importi di 5.000 euro e 20.000 euro, oltre ai danni di qualunque importo relativi ad abitazioni non principali (abitazioni sfitte) e ad immobili sedi di associazioni o società senza scopo di lucro, o al fabbricato distrutto o inagibile, che necessita di ricostruzione in sito o delocalizzazione (costruzione in altro luogo o acquisto di altro fabbricato.
La ricognizione dei danni non costituisce riconoscimento automatico dei finanziamenti finalizzati al relativo ristoro. I contributi trovano copertura finanziaria negli stanziamenti che verranno disposti dallo Stato sulle risorse disponibili nel Fondo per le emergenze nazionali e sono subordinati al materiale trasferimento delle risorse sull’apposita contabilità speciale.
Il modulo per fare domanda è scaricabile sul sito web della Regione.
Nella foto, via Marchiani a Pavullo, invasa dall'acqua, dove edifici di attività e privati hanno subito ingenti danni