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'Il documento sulle linee di indirizzo per una nuova politica per le giovani generazioni proposto dall'amministrazione comunale non può trovare il nostro consenso sia per problemi di metodo che di merito, senza calcolare il consueto mancato accoglimento dei contributi delle opposizioni in Commissione. Come non citare in particolare i 6 appartamenti all’R-nord messi a disposizione da Cambiamo per universitari fuori sede. Ma noi ci andremmo a vivere all’R-nord? Perché vogliamo mandare i giovani che giungono nella nostra città a vivere in un luogo brutto e degradato? I progetti di riqualificazione non funzionano perché l’R-nord è oggettivamente brutto e dove non c’è bellezza non c’è futuro'. A intervenire in questi termini in Consiglio comunale è stata la capogruppo Fdi-Popolo della Famiglia Elisa Rossini.
'Innanzitutto le linee di indirizzo si riferiscono alla fascia di età 16-35, senza considerare le differenti esigenze di un adolescente rispetto ad un giovane adulto che lavora o studia.
Una impostazione sbagliata: agendo in questo modo cancelliamo gli ultimi due anni e trattiamo gli adolescenti e i più giovani alla stessa stregua degli adulti mentre sappiamo bene che la fascia di età 16-19 è stata particolarmente colpita dalle chiusure delle scuole e di ogni attività di socializzazione. La fascia di età che abbiamo citato richiede un’attenzione particolare e, soprattutto, è indispensabile il coinvolgimento della famiglia che è il grande assente in questo documento - continua Elisa Rossini -. Ci sono poi alcuni passaggi che danno l’impronta valoriale a questo documento e che ci vedono molto distanti. Al quinto punto del testo della delibera si legge che il Comune di Modena individua “nell’educazione alla pace, alla legalità e nel rifiuto della violenza, anche tra pari, una specifica forma di prevenzione con rispetto dei valori costituzionali e dei doveri di solidarietà sociale”.
A nostro parere in verità ciò che conta è l’educazione al rispetto e alla responsabilità, poi il resto è una conseguenza: pace, legalità e rifiuto della violenza sono una diretta conseguenza del rispetto dell’altro: cristianamente potremmo parlare di “amare il prossimo come se stessi”. Ancora: in più punti si trova la parola 'protagonismo', riferendosi a alla 'voglia' dei giovani. A nostro parere il termine protagonismo andrebbe sostituito con 'partecipazione' e il termine 'voglia' con desiderio che tra l’altro ha una etimologia bellissima perché deriva dal latino de-sidera (mancanza di stelle, avvertire la mancanza delle stelle): mentre la voglia è tutta fisica e richiama alla soddisfazione di un bisogno del tutto personale e quindi al ripiegamento su se stessi, il desiderio porta il giovane a guardare le stelle, quindi ad uscire da se stesso e cercare qualcosa di grande. Questa impostazione a nostro parere non può che portare allo sbandamento per mancanza del riconoscimento di radici profonde, oppure a proposte estremamente superficiali come sta già accadendo per l’educativa di strada gestita da Caleidos, il cui responsabile ha definito “scaramucce” i gravi fatti che vedono coinvolti gli adolescenti nella nostra città”.
Redazione Pressa
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