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L'arcivescovo di Modena Erio Castellucci ha aperto oggi il nuovo anno pastorale nella chiesa parrocchiale di Gesù Redentore.
'Non saprei rispondere in modo più creativo alla domanda «che cosa chiedi alla Chiesa?» di quanto abbiano fatto gli ottanta giovani, provenienti da 26 parrocchie di Modena, interpellati in maniera 'sinodale' durante la vacanza di Campestrin a Trento organizzata dalla pastorale giovanile diocesana a fine agosto 2021 - afferma il vescovo nella sua lettera -. Mi hanno colpito le loro osservazioni: creative, sincere, profonde. Non le ho recepite come dei giudizi - per quanto favoriscano anche un esame di coscienza personale e comunitario - ma come dei desideri. Si ripetevano nei loro biglietti i concetti di 'apertura', 'prossimità', 'formazione'... Si obietterà che quegli ottanta erano 'selezionati'; ma credo che in realtà abbiano espresso ciò che pensa la maggior parte dei giovani che partecipano alla vita delle nostre comunità: parrocchie, gruppi, associazioni, movimenti.
I nostri giovani manifestano una grande autenticità: chiedono di essere accompagnati, di poter parlare di più con i presbiteri (per questo auspicano che non siano affogati dalla burocrazia) e di ricevere una formazione più solida; chiedono agli adulti di fidarsi di più dei giovani, di evitare inutili tensioni e litigi, senza attaccarsi alle piccole fette di potere, e di lasciare spazio anche a loro'.
E il vescovo si sofferma nel suo messaggio anche sul tema ambientale. 'Negli ultimi anni sono stati proprio i giovani, con la loro particolare carica e i loro sogni, a scuotere il mondo degli adulti, richiamandoli alla responsabilità verso l'intero creato. I giovani cristiani, ma anche tanti altri giovani, non fanno fatica a sentirsi in armonia con l'enciclica Laudato sì di papa Francesco, che raccoglie e rilancia il magistero 'ecologico' avviato da Paolo VI mezzo secolo fa e approfondito da Giovanni Paolo II e Benedetto XVI.
I ragazzi parlano di 'responsabilità', connettendo direttamente il rispetto per l'ambiente con il rispetto per gli altri. Si rendono conto perfettamente che la natura non è un ammasso di materiali inerti da sfruttare a piacere, ma un dono del Creatore da far fruttare - bellissima questa assonanza proposta da loro - e che la nostra relazione con fratello sole e sorella luna, con fratello fuoco e sorella acqua, si riverbera sul nostro stesso destino. Hanno compreso che il creato è una 'casa comune' e che, quindi, il nostro comportamento ha un impatto preciso su noi stessi: se inquiniamo questa casa, la sporchiamo e le togliamo l'aria, ci ammaliamo noi stessi, che siamo i suoi abitanti'.
Redazione Pressa
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