L’iniziativa segue altri momenti di protesta e testimonianza già organizzati nei mesi scorsi dal comitato, come il presidio ai Giardini Ducali, e si inserisce in un percorso di mobilitazione sempre più determinato per rivendicare il diritto alla sicurezza e alla vivibilità della città.Dalle 18:30 alle 20 si sono susseguiti numerosi interventi al microfono. Un filo conduttore ha attraversato le voci di cittadini provenienti da quartieri come Crocetta, Sacca, San Faustino, Centro Storico, ma anche da Baggiovara, Casinalbo e dal quartiere Braida di Sassuolo: il ricordo di una Modena vivibile e sicura, dove si poteva passeggiare nei parchi, nei quartieri e nei centri storici senza timori né rischi, anche per le donne, anche di sera viene evocato da da chi ci è nato o da chi ci abita da tempo. “Vivo la Crocetta”, ha detto una residente storica, “quartiere che sempre avuto problematiche, ma fino a qualche anno fa non succedeva mai che una donna dovesse farsi accompagnare per ogni spostamento. Oggi, se non rischi, non ti muovi. Temo per me e per le mie figli'. Medesima testimonianza per una donna che vive alle Morane dove - dice - il Parco della resistenza è diventato molto rischioso soprattutto per le donne.Il problema più sentito è infatti proprio la perdita della libertà di vivere gli spazi pubblici. In molti hanno denunciato come intere aree della città siano diventate inaccessibili, o comunque pericolose per il rischio aggressione o per il degrado, non solo di sera ma anche in pieno giorno. “Non ne possiamo più. Non è normale aver paura di attraversare un parco, di camminare da soli o di lasciare i nostri figli liberi di muoversi”, ha affermato una residente del centro. 'Le forze dell'ordine stanno dando il massimo e va tutto il nostro ringraziamento per il loro lavoro costante ed efficace ma anche loro sono penalizzati da regole che sviliscono anziché rendere più efficace il loro lavoro.
Durante l’incontro non sono mancate le critiche alla gestione istituzionale del problema sicurezza, tutte in relazione alla devianza giovanile e alle baby gang. Oltre alla richiesta di interventi più efficaci da parte della politica e di norme che sostengano davvero l’operato delle forze dell’ordine, è emersa una forte delusione anche verso i servizi sociali comunali e l’unità di strada attivata per monitorare situazioni di marginalità.“Li abbiamo ascoltati alcuni giorni fa alla Sala Pucci — ha dichiarato Mattia Meschieri, uno dei fondatori del comitato — e siamo rimasti colpiti dal distacco dalla realtà che traspariva dalle loro parole. Di fronte a giovani delinquenti seriali sembrava quasi che la colpa sia dei cittadini e dalla società che non hanno saputo comprenderli'.Durante il presidio ha parlato anche Antonio, padre di un ragazzo aggredito brutalmente a Baggiovara: “Mio figlio è stato preso a pugni in faccia solo perché era nel posto sbagliato al momento sbagliato. Una città come Modena non può permettersi questa deriva”.Attraverso un residente nel residence Costellazioni arriva un altro grido di allarme: 'La situazione è invivibile.



