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Da un lato la richiesta di parte civile della condanna dell'imputato per il reato ascritto con risarcimento dei soggetti che si sono costituiti per 25.000 euro ognuna; dall'altro la richiesta di giudicare l'imputato non colpevole perché il fatto non sussiste. Arringhe finali oggi, lunedì 28 aprile, in tribunale a Modena, nel processo incominciato nel dicembre 2023 che vede al centro la Far Pro, azienda di Spilamberto specializzata nella produzione di mangimi e fertilizzanti attraverso la lavorazione di scarti animali e responsabile, secondo un gruppo di cittadini tra Spilamberto e San Cesario, delle esalazioni che colpirebbero da anni in particolare il comune di San Cesario.
Si è arrivati in tribunale dopo l’opposizione presentata dal legale rappresentante dell’azienda al decreto di condanna penale emesso dal giudice un anno fa che si basava sulle analisi effettuate da Arpae e che obbligava la Far Pro ad un ammenda di 3.375 euro. L’accusa è quella di un reato specifico del codice penale, commesso in modo continuato, che contempla appunto il caso di emissioni di gas moleste. La Far Pro ha però deciso di chiarire le cose in tribunale convinta della correttezza del proprio operato. Oggi esposto dagli avvocati della difesa nella arringa finale seguita a quella della parte civile.
L'avvocato di parte civile ha sostenuto che l'azienda fosse perfettamente consapevole del problema sin dall'inizio e che avesse a disposizione sia le competenze tecniche che le risorse economiche per affrontarlo in modo diretto, a fronte delle numerose segnalazioni che avrebbero confermato, da anni, l'esistenza di un problema oggettivo sulla popolazione. Nonostante ciò - ha sostenuto l'avvocato di parte civile - l'azienda avrebbe preferito avviare un lungo e costoso processo burocratico per dimostrare qualcosa che era già noto internamente. E senza ricorrere al naso elettronico utilizzato da Arpae. 'Poiché l'azienda, secondo le parti civili, avrebbe potuto intervenire tempestivamente e senza ricorrere all'impiego di ingenti risorse pubbliche. La spesa sostenuta da Far Pro per attuare le modifiche agli impianti, pur di concerto con le autorità in materia e nei tavoli tecnici istituiti sul punto, nel tentativo di prevenire le emissioni moleste non viene quindi interpretata dalla parte civile come segno di diligenza, ma come conferma del fatto che il problema era noto e che si sarebbe potuto agire prima e meglio'.
La difesa ha chiesto per contro l’assoluzione perché il fatto non sussiste o, in subordine, perché non costituisce reato. Secondo la tesi degli avvocati, manca una regola cautelare specifica che l’imputato avrebbe violato, e nel processo non sarebbe mai stata individuata una condotta colposa imputabile al legale rappresentante dell'azienda' .
La Difesa ha anche sottolineato come la Far Pro abbia sempre seguito le indicazioni tecniche contenute nelle autorizzazioni ambientali (AIA) e che in tutte le verifiche – incluse quelle più recenti – sarebbe emerso il rispetto delle procedure.
Infine, la difesa ha sottolineato che non è stato dimostrato che non siano state adottate le migliori tecnologie disponibili, né in questo processo né nei precedenti, e che le AIA approvate, con pareri favorevoli degli enti preposti, confermano la correttezza delle condotte aziendali. Di conseguenza, viene richiesta l’assoluzione piena 'per assenza di violazione normativa e per mancanza del fatto'.
Il 14 maggio, alle ore 14,45, il verdetto del giudice, in tribunale a Modena.
Gi.Ga.
Gianni Galeotti
Nato a Modena nel 1969, svolge la professione di giornalista dal 1995. E’ stato direttore di Telemodena, giornalista radiofonico (Modena Radio City, corrispondente Radio 24) e consiglie.. Continua >>