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Con sentenza del Tribunale di Reggio Emilia, giudice dottoresa Stefania Calò, è stata condannata per diffamazione aggravata l’Anpi, associazione nazionale partigiani d’Italia, rappresentata dal suo presidente nazionale, all’epoca dei fatti il senatore Carlo Smuraglia. A renderlo noto è Roberto Mirabile, fondatore e presidente de 'La Caramella Buona'.
La denuncia era stata presentata dallo stesso Mirabile a seguito di ripetuti comunicati stampa che, nel 2015, l’ANPI pubblicò sui social networks e sul proprio sito nazionale, in occasione di due eventi organizzati dall’associazione di tutela dei bambini e dedicate al contrasto della pedofilia e al sostegno delle vittime.
'Tali comunicati, ritenuti dal Giudice gravemente diffamatori per Mirabile e la Onlus da lui presieduta, furono inviati anche a organi di stampa nazionali.
In sostanza, l’ANPI definiva l’iniziativa “ …modello SS” … “organizzata dalla Caramella Buona, dietro la quale, però, si nascondono gruppi di estrema destra…”, E ancora, calcando la mano sulla diffamazione : “dietro un’iniziativa si celano i neofascisti… la cui ideologia si pone in aperto contrasto con i principi sanciti dalla Costituzione Repubblicana nata dalla Resistenza e con le leggi Scelba e Mancino”. “Chiediamo – insisteva l’ANPI – l’intervento delle istituzioni cittadine perché venga impedita questa ulteriore offesa …” “LE UNICHE CARAMELLE BUONE SONO QUELLE ANTIFASCISTE. Dice il proverbio : mai accettare caramelle dagli sconosciuti. Anche dai nazifascisti”. Questi comunicati sono risultati per il Tribunale di “indubbia portata lesiva dell’immagine, dell’onore e della reputazione della Caramella Buona … “, formulando così la piena condanna dell’ANPI nazionale al risarcimento del danno a favore della Onlus presieduta da Roberto Mirabile, oltre alle spese legali' - afferma il presidente de La Caramella Buona.
Netta soddisfazione in Caramella Buona, con la dichiarazione dell’avvocato Monica Nassisi: “Finalmente inizia ad essere chiaro che nessuno può permettersi di diffamare impunemente e che non è consentito arrogarsi il diritto di dare patenti di democraticità ad altri. Bisogna fare attenzione all’uso delle parole, soprattutto quando sono ingiustamente rivolte a chi si batte ogni giorno, da ventitré anni, per i bambini vittime di violenze, come fa La Caramella Buona”.