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Gli eventi legati alla siccità di oggi e quelli di 3.200 anni fa sono in qualche modo paragonabili? “Sì perché i dati raccolti in anni di studio dimostrano che la siccità avvenuta 3200 anni fa è stata molto simile a quella attuale, con un sensibile abbassamento delle falde acquifere superficiali, probabilmente legato anche ad una secca del Po'. E' larisposta del Prof. Andrea Zerboni, geoarcheologo del dipartimento di Scienze della Terra “A. Desio” di Milano e coordinatore dello scavo che da anni vede impegnati i ricercatori sullo scavo archelogico Terramara Santa Rosa di Poviglio, in provincia di Reggio Emilia, in una intervista pubblicata da statalenws,il magazine on-line dell'Università
'Gli scavi presso il sito di Poviglio ed in altri ad esso contemporaneo, nonché lo studio di alcuni indicatori geologici che raccolgono informazioni sulle variazioni delle piogge avvenute nel passato, hanno permesso di identificare una fase di acuta aridificazione avvenuta in Pianura Padana circa 3200 anni fa – spiega Andrea Zerboni -.
Questo evento è stato tra le cause che hanno portato alla scomparsa di una delle più antiche civiltà del Nord Italia, la cultura delle Terramare, che nel corso della media Età del Bronzo aveva introdotto una forma di agricoltura intensiva lungo le sponde del Po, ben prima dello sfruttamento agricolo messo a punto dai Romani”.
Abbiamo studiato le stalagmiti delle grotte degli Appennini che ci raccontano di un periodo arido attorno a 3200 anni fa, mentre lo scavo della Terramara Santa Rosa ci ha permesso di capire che in quella medesima fase gli abitanti del villaggio furono costretti a scavare pozzi per raggiungere l'acqua. Cicli caldi e aridi e più freddi e piovosi anche si alternano anche all'interno di periodi recenti della nostra storia. Sui quali l'uomo certamente agisce, con l'utilizzo e lo sfruttamento delle materia e con modi differenti di affrontare le crisi.
Oggi le moderne tecniche per sfruttare l'acqua del Po anche in periodi come questi, attraverso punti di prelevamento più bassi (come quelli creati dalla Bonifica di Burana) che oggi consentono a buona parte della pianura dell'area nord della provincia di avere acqua a dispozione per decine di migliaia di ettari di terreno coltivato, oltreche la captazione delle acqua di falda, aiuta a gestire meglio una situazione che un tempo fu determinante per il collasso di una intera società. Quella basata appunto sulle terramara e sulla presenza di acqua.
Nella foto, il parco Archeologico delle Terramara di Montale Rangone con la ricostruzione delle antiche palafitte
Redazione Pressa
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