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Sicurezza idraulica: i rischi sempre attuali di Secchia, Panaro e Naviglio

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Oggi l'Assessore regionale alla Protezione Civile Priolo e il Dirigente dell'Agenzia Regionale Nicolini fanno il punto sulle opere sui due bacini dei fiumi modenesi non ancora in sicurezza per piene storiche. Accelerazione degli interventi dopo l'alluvione del 2014. Adeguamento cassa Secchia in parte finanziato ma ancora al palo


Sicurezza idraulica: i rischi sempre attuali di Secchia, Panaro e Naviglio
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Sul bacino del fiume Secchia all'innalzamento e all'adeguamento degli argini da Ponte Alto fino al Ponte dell'Uccellino, seguito dopo l'alluvione del 2014, non ha fatto seguito l'adeguamento, atteso da decennni, del sistema della cassa di espansione, ancora dimensionato e sufficiente solo per il taglio di piene piccole, con Tempo di Ritorno (TR) 20. Sul bacino del fiume Panaro, all'adeguamento del 2012 con paratoie che hanno trasformato il manufatto di contenimento in una diga e innalzato la capacità di contenimento del sistema delle casse a piene medie TR50, non ha fatto seguito, se non in minima parte, l'adeguamento strutturale dei vecchi argini che, come confermato dalla rotta del dicembre 2020, presentano elementi di grande fragilità. Capaci di collassare anche quando il livello dell'acqua, come accaduto nell'ultima rotta, il era tenuto a livello di sicurezza dal 'lavoro' della cassa di espansione, a monte e attraverso la quale, in caso di piena, è possibile regolare il deflusso dell'acqua in uscita a valle, verso la pianura. 

Fattori di rischio che a grandi linee possiamo considerare invertiti per quanto riguarda Secchia e Panaro, ma che in entrambi i casi non garantiscono la sicurezza idraulica rispetto ad eventuali livelli di piena storici (con tempi di Ritorno 100) presi a riferimento dai tecnici per il dimensionamento delle opere e, appunto, la messa in sicurezza del territorio. 

Un quadro, quallo attuale, che pone il nodo idraulico di Modena tra i più complessi e più critici di una intera regione, l'Emilia-Romagna, nella quale il rischio idraulico rappresenta una realtà per il 50% della popolazione, a fronte di un 10% nazionale (Fonte DUP Comune di Modena)

Ai rischi connessi ai bacini dei due principali fiumi che attraversano la provincia modenese, si aggiungono anche quelli legati ai canali e ai torrenti. Nel primo caso il Naviglio è l'osservato speciale.

Anche in questo caso ritardi nei lavori e nei progetti strutturati per tutelare il territorio sono evidenti. A partire dal grande progetto di cassa di espansione nella zona depressa dei prati di San Clemente, con un sistema non ancora funzionante. Dall'altro il nodo del Tiepido, all'altezza della Fossalta, dove il torrente è più volte esondato allagando una parte della città ad est e dove questa mattina l'Assessore regionale e la dirigente dell'agenzia regionale di protezione civile faranno il punto sui lavori e alle quali gireremo specifiche domande sui nodi critici che da anni attendono interventi risolutivi.

Nella foto, la diga delle casse di espansione sul fiume Panaro, nel comune di San Cesario sul Panaro

Redazione Pressa
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