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Con otto trapianti di rene da donatore vivente eseguiti mediante prelievo robotico in 11 mesi, l’Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena si conferma punto di riferimento regionale nel settore. A segnare il traguardo è l’equipe della Chirurgia dei Trapianti guidata da Fabrizio Di Benedetto, Direttore della Struttura Complessa di Chirurgia Oncologica Epato-Bilio-Pancreatica e Chirurgia dei Trapianti di fegato all’AOU di Modena e professore all’Università di Modena e Reggio.
Nei giorni scorsi l’équipe ha realizzato l’ottavo trapianto di rene da donatore vivente, che si è concluso in modo positivo sia per il donatore che per il ricevente. Il raggiungimento di tali obiettivi si colloca nell’ambito di un’esperienza che conta 260 interventi di chirurgia robotica e che è stata sostenuta dalla Regione Emilia-Romagna con un finanziamento per lo studio del ruolo della chirurgia robotica nella resezione dell’epatocarcinoma nei pazienti candidabili a trapianto di fegato.
Nel 2019 l’AOU di Modena ha realizzato 71 trapianti di fegato e 37 di rene (108 in tutto). Lo stesso trend si è registrato anche nei primi nove mesi del 2020, pur nel contesto dell’emergenza sanitaria da Covid-19 in atto. Degli otto trapianti di rene da donatore vivente effettuati, tre sono stati eseguiti su coppie di donatori e riceventi provenienti da fuori regione, nello specifico Toscana, Lombardia e Puglia. L’ultimo caso portato a termine riguarda proprio due sorelle residenti in Toscana, la più grande delle quali è affetta da una malattia policistica, con insufficienza renale cronica non ancora in dialisi. Si tratta pertanto di un trapianto di rene detto “pre-empitve” ovvero eseguito prima di un decadimento severo della funzione renale, tale da costringere il paziente alla dialisi. La donatrice è stata dimessa in seconda giornata post-operatoria e la ricevente è stata dimessa ieri. Entrambe sono in buone condizioni.
Redazione Pressa
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