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La medicina fa sempre maggiore ricorso alle nuove tecnologie per la diagnostica e la terapia. Servono quindi professionisti in grado di fare da tramite tra medici e tecnici, i bioingegneri. Il nuovo corso di laurea magistrale in Bioingegneria per l’innovazione in medicina dell’Università di Modena e Reggio Emila, che partirà già dal prossimo anno accademico (2024/2025) mira a rispondere a una domanda di competenze e professionalità espressa dal territorio con professionisti dotati di un elevato livello di specializzazione sia ingegneristica che biomedica, in grado di ricoprire diversi ruoli tecnici nei molteplici contesti della ricerca.
Il percorso formativo, presentato questa mattina a Mirandola, può contare su un finanziamento complessivo di oltre 3,5 milioni di euro e sarà orientato verso le tecnologie di progettazione e sviluppo di dispositivi per la diagnostica e per la terapia, con particolare attenzione alle tecnologie digitali di elaborazione dell’informazione e della modellizzazione.
Presenti alla conferenza stampa, oltre al sindaco di Mirandola Letizia Budri e dei comuni dell'area nord (Finale Emilia, Camposanto, Cavezzo, Medolla, Concordia sulla Secchia, San Possidonio, San Felice Sul Panaro),
gli regionali Vincenzo Colla (Sviluppo economico e Green economy) e Paola Salomoni (Università e Ricerca), il rettore dell’Università di Modena e Reggio Emilia, professor Carlo Adolfo Porro, e il presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Mirandola Francesco Vincenzi. Inoltre i rappresentanti delle associazioni di categoria, Confindustria, Lapam-Confartigianato e CNA, nonché lo steering committee del Tecnopolo di Mirandola e dell’ITS Biomedicale.
“La conferenza stampa di oggi rappresenta un momento importante, che ha ribadito quanto possa essere concreta e proficua la comunità di intenti tra istituzioni, enti vocati al sostegno e allo sviluppo del territorio come le fondazioni bancarie, Università e mondo delle imprese.
Tutti insieme per la condivisione e lo sviluppo di una strategia di vera crescita che punti ad attrarre giovani studenti sul nostro territorio, consolidando e ampliando competenze specifiche di alto profilo, che sono e saranno sempre più importanti per il futuro del nostro distretto' - ha affermato il sindaco Letizia Budri.
Negli ultimi anni a Mirandola, grazie ai ricercatori universitari che operano al TPM Mario Veronesi e ai corsi dell’ITS Biomedicale - che si è consolidato e ha via via qualificato e ampliato la propria offerta formativa - si è venuta a creare una vera e propria “academy di filiera”, che ha visto anche significativi investimenti da fondi regionali e PNRR in laboratori e spazi attrezzati, che ora potranno essere di supporto anche alle attività del nuovo corso universitario. Una grande sfida, ma anche una grande opportunità per Mirandola e il territorio su cui si sviluppa il terzo distretto biomedicale al mondo'
Il Comune di Mirandola metterà a disposizione dell’Università, nel nuovo Polo Culturale “il Pico”, quattro aule da destinare alle attività didattiche, arredate e dotate delle necessarie attrezzature informatiche concordate con Unimore, mentre l’Unione dei Comuni Area Nord sosterrà finanziariamente l’iniziativa versando all’Università un contributo a sostegno delle attività ricettive e di sostegno agli studenti .
'Le riflessioni positive portate dagli interventi di questa mattina - ha affermato il sindaco Budri - non possono però distogliere la nostra attenzione dall’impatto che le sentenze di ieri della Corte costituzionale sul “payback” rischiano di avere sul tessuto produttivo del nostro distretto. Perché se da una parte ci deve essere l’impegno di tutti affinché si investa su attrattività, formazione e qualificazione, dall’altra non si possono accettare supinamente gli effetti che l’applicazione di questa norma iniqua produce, sia in termini economici, che reputazionali nei confronti di investitori internazionali, che in questo vedono letteralmente minato uno stato di diritto acquisito. Sarà necessario che il governo affronti le ricadute di questi pronunciamenti, sostenendo le realtà produttive coinvolte e che approdi alla definitiva abrogazione di questa norma.”
Un finanziamento complessivo che supera i 3,5 milioni di euro
Una delle peculiarità del progetto, che ha visto pubblico e privato uniti in un proficuo lavoro di ideazione, progettazione e finanziamento, riguarda il legame con il territorio: accanto all’Università di Modena e Reggio Emilia, che ha stanziato 564.700 euro, e alla Regione Emilia-Romagna, che finanzia il corso con 1,5 milioni, è presente infatti la Fondazione Cassa di Risparmio di Mirandola, che ha già deliberato l’erogazione di un contributo pari a 1,5 milioni di euro distribuiti in 15 anni ed un supporto logistico per gli uffici amministrativi. Le risorse della Fondazione in parte serviranno a supporto della gestione didattica e amministrativa, in parte garantiranno la copertura, mediante concorso, di un posto da ricercatore a tempo pieno in bioingegneria elettronica ed informatica; dopo i primi quattro anni il posto da ricercatore evolverà nel ruolo di professore associato nello stesso settore. La Fondazione ha inoltre predisposto due locali per il supporto amministrativo alla didattica presso la nuova sede della Fondazione stessa. Infine, sono già state individuate con il Comune di Mirandola aule attrezzate per la didattica.
Il Comune di Mirandola metterà a disposizione dell’Università, nel nuovo Polo Culturale “il Pico”, quattro aule da destinare alle attività didattiche, arredate e dotate delle necessarie attrezzature informatiche concordate con Unimore. L’Unione dei Comuni Area Nord, infine, sosterrà finanziariamente l’iniziativa versando all’Università un contributo annuo a sostegno delle attività didattiche necessarie per la realizzazione del progetto.
La legge regionale sulla valorizzazione dei talenti
Il corso si è aggiudicato il bando, recentemente approvato dalla Giunta, che rientra nel percorso tracciato dalla legge regionale 2 del 21 febbraio 2023, pensata per attrarre e trattenere i talenti: persone a elevata specializzazione che possono trovare in Emilia-Romagna un lavoro, un proprio spazio professionale o di ricerca, o intraprendere un percorso di ulteriore alta formazione.
Tra gli obiettivi indicati dalla legge, infatti, c’è il sostegno anche finanziario a università, enti di ricerca e altri soggetti dell’ecosistema regionale della ricerca e dell’innovazione e la promozione di iniziative che, nel quadro dell’offerta accademica del sistema regionale, favoriscano la scoperta, creazione e valorizzazione di talenti ad elevata specializzazione in coerenza con gli ambiti della strategia regionale di specializzazione intelligente.
Il corso è coerente con molteplici ambiti prioritari contenuti nella strategia regionale, ovvero innovazione nei materiali, digitalizzazione, intelligenza artificiale e big data nelle imprese e PA e la salute.
Oltre al corso in Bioingegneria per l’innovazione in medicina candidato dall’Università di Modena e Reggio Emilia, l’altro corso di laurea magistrale finanziato è quello dell’Università di Bologna in Ingegneria nautica presso il Campus di Forlì.
Lo scopo del corso di studi
Il corso di studi è stato progettato con l’intento di formare specialisti nel settore ingegneristico e biomedico, in grado quindi di ricoprire ruoli tecnici, organizzativi e di ricerca avanzata. Il corso si differenzia rispetto al panorama nazionale delle lauree in ingegneria biomedica grazie ad un’offerta multidisciplinare che mira a formare figure professionali capaci di fare da tramite tra l’ambito biomedico e clinico e il mondo tecnologico e di progettazione.
Per lo sviluppo della cosiddetta medicina predittiva, di precisione e personalizzata sono infatti fondamentali strumenti e sensori biomedici avanzati dotati di tecnologie digitali, modelli astratti di sistemi biologici nonché farmaci e terapie nanofarmaceutiche avanzate, tutti temi proposti nel nuovo corso di laurea magistrale.
Il settore dispositivi medici in Italia
Secondo i dati forniti da Confindustria il settore dei dispositivi medici in Italia nel 2023 ha generato un mercato che vale 17,3 miliardi di euro tra export e mercato interno e conta 4.449 aziende, che occupano 118.837 dipendenti. L’occupazione è altamente qualificata (49% laureati; 2,6% con dottorato di ricerca) e bilanciata per genere (44% donne). Le regioni dove opera il maggior numero di occupati sono la Lombardia (41%), l’Emilia-Romagna (13%) e il Veneto (11%). In particolare, il distretto biomedicale di Mirandola conta oltre 100 aziende con 4.900 occupati per un volume di affari superiore al miliardo di euro.
La filiera della salute in Emilia-Romagna si articola su oltre 42mila imprese. In particolare, nel territorio modenese, principale bacino d’utenza per questo progetto, spicca per concentrazione di aziende tematiche e per fatturato il distretto biomedicale dell’area di Mirandola. Non molto distante, a Budrio (Bologna) si trova un’altra importante concentrazione del settore della protesica. Senza contare i numerosi poli ospedalieri e sanitari del Sistema sanitario regionale con una fitta rete di laboratori universitari, tecnopoli, imprese ed incubatori per start-up innovative.
Il percorso di formazione potrà partire dagli Istituti Superiori come l’ITS Biomedicale e consolidarsi nella di laurea magistrale in Bioingegneria per l’innovazione in medicina. I laureati avranno così la possibilità di arricchire il sistema produttivo del territorio regionale attraverso un inserimento diretto nel mondo del lavoro.
Alcuni degli insegnamenti previsti saranno svolti direttamente nel comune di Mirandola, presso sedi predisposte dall’Amministrazione con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio. L’obiettivo infatti è quello di formare bioingegneri in grado di inserirsi nel mondo del lavoro rapidamente: lo stretto rapporto con il tessuto produttivo non potrà che agevolare questo processo. Il corso nasce inoltre con una prospettiva di apertura internazionale, perché l’università intende includerlo nel protocollo di collaborazione di ricerca europea per le neuroscienze EBRAINS Europe. In questo modo si punta a consolidare l’attrattività del territorio verso investitori internazionali.
Pur essendo relativamente giovani, visto che i primi corsi sono stati avviati nel 1995 a Milano e Genova, le lauree magistrali in Bioingegneria hanno avuto un costante incremento degli iscritti. All’interno del panorama regionale il nuovo corso affiancherà il corso di Laurea in Bioingegneria dell’Alma Mater Studiorum della sede di Cesena, l’unico attualmente esistente in regione.