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Carpi calcio, il Comune esclude la società dalla gestione degli impianti sportivi

Carpi calcio, il Comune esclude la società dalla gestione degli impianti sportivi

La società attacca: 'Non comprendiamo la posizione apparentemente discriminatoria che sottende le linee di indirizzo per l’affidamento degli impianti sportivi'


4 minuti di lettura

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Il Carpi calcio risulta escluso dalla gestione dei due impianti calcistici 'Dorando Pietri' e 'Frignani' di Fossoli.
'Sarà affidata, tramite bando, a società e associazioni sportive la gestione dei sette impianti sportivi di proprietà del Comune di Carpi la cui concessione scade nel corso del 2025. Gli impianti sportivi comunali interessati sono il campo da calcio Dorando Pietri, l’impianto sportivo polivalente Frignani di Fossoli, l’impianto di atletica leggera Dorando Pietri, la palestra della scuola Alberto Pio, la palestra dell’istituto Vallauri, la palestra Vezzelli di via don Minzoni e la palestra della Solidarietà di viale dell’Industria - si legge infatti in una nota del Comune -. Le modalità dell’affidamento in gestione degli impianti sportivi comunali non a rilevanza economica sono stabilite dalle linee di indirizzo, approvate nei giorni scorsi dalla Giunta del Comune di Carpi, che prevedono la concessione degli impianti ad associazioni e società sportive dilettantistiche riconosciute dal Coni'.
La scelta di aprire i bandi per l’affidamento dei singoli impianti solo a enti non a fini di lucro, come sottolinea l’assessore allo Sport Mariella Lugli, 'va a beneficio di tutta la collettività e garantisce a tutti la possibilità di accedere all’attività sportiva.
Affidando gli impianti a chi, di fatto, li utilizza – prosegue l’assessore – vogliamo, inoltre, valorizzare la qualità del progetto sportivo e del lavoro che svolgono le associazioni, animate da passione, capacità e attenzione ai valori sociali e protagoniste nell’attuazione e diffusione della pratica sportiva'.
 

Le regole
In base alle linee di indirizzo, la selezione dei soggetti ai quali affidare la gestione degli impianti avverrà attraverso la pubblicazione di un apposito avviso per la manifestazione di interesse. Per accedere, le associazioni dovranno essere iscritte al Registro nazionale delle attività sportive dilettantistiche (Rasd) e aderire alla Carta etica dello sport. L’affidamento sarà formalizzato dalla firma di una convenzione che stabilisce che i soggetti gestori dell’impianto si assumano l’impegno di promuovere per tutta la cittadinanza, con particolare attenzione alle categorie più fragili come anziani e persone con disabilità, la pratica sportiva come strumento di benessere individuale e collettivo, di crescita personale e di aggregazione sociale oltre al suo valore ludico e ricreativo.
Il gestore dovrà, inoltre, garantire l’iscrizione a campionati e tornei, in particolare giovanili, della disciplina per la quale l’impianto è omologato o specificamente vocato; ampliare gli spazi della palestra o del campo in risposta alle richieste da parte delle associazioni; assicurare pari opportunità alle altre associazioni sportive ed enti di promozione
che usufruiscono dell’impianto, in modo che l’espansione di una società non avvenga a scapito di altre in termini di concreta disponibilità degli spazi; sostenere la ricchezza dell’offerta sportiva salvaguardando anche le discipline che, per numero di tesserati, sono meno diffuse; favorire modalità gestionali che valorizzino la collaborazione e l’integrazione tra vari soggetti e favorire la gestione integrata e sinergica degli impianti che possono ospitare più attività sportive e di quelli che, se gestiti singolarmente, non sarebbero appetibili per il mondo sportivo; dovrà, infine, riservare un congruo numero di giornate a disposizione dell’amministrazione comunale per lo svolgimento di attività istituzionali o patrocinate.
L’affidamento avrà una durata standard di dieci anni per consentire al gestore di programmare e sviluppare le attività e per favorire l’adeguamento della struttura organizzativa del gestore stesso al quadro normativo definito dalla recente riforma dello sport. Nell’ambito dell’affidamento, inoltre, il Servizio Sport e benessere del Comune potrà fissare un monte ore, fino a un massimo del 30 per cento delle ore settimanali disponibili, per l’utilizzo da parte di terzi dell’impianto.
 

La rabbia del Carpi calcio
'La Società Ac Carpi, intesa come Proprietà e i suoi dodici gruppi squadra, ha appreso attraverso la stampa di non possedere i requisiti necessari per accedere all’affidamento di ulteriori strutture sportive comunali, oltre allo Stadio Cabassi e all’impianto di via Sigonio, da dedicare allo sviluppo e gestione del proprio settore giovanile, agonistico e pre-agonistico.
Ac Carpi specifica che il cambio di denominazione sociale (da società sportiva dilettantistica a srl), variata nell’estate 2024 in conseguenza della promozione in Lega Pro, non ha modificato la vocazione sociale e territoriale ed anzi ha visto la scrivente Proprietà aumentare lo sforzo e l’investimento di risorse destinate al settore giovanile, alla creazione di un settore femminile e a numerose altre attività dedicate all’inclusione, alla solidarietà, all’attenzione per le categorie più fragili come documentato dai report ciclici forniti attraverso i canali ufficiali. Sin dalla sua costituzione, quattro anni fa, la scrivente Società non ha mai chiesto o preteso corsie preferenziali, impegnandosi quotidianamente nel mantenere tutte le promesse, alla città e all’amministrazione comunale, fatte al momento dell’assegnazione del titolo sportivo attraverso manifestazione di interesse ad evidenza pubblica - afferma la società in una nota -. Il professionismo, che riteniamo sia un valore da condividere con il territorio e con l’intera comunità di cui l’Ac Carpi rappresenta i colori, è stato faticosamente raggiunto grazie agli sforzi della famiglia Lazzaretti e di una quota crescente di imprenditoria locale che ha condiviso il progetto tecnico e sociale. Inoltre, con l’entrata in vigore della Riforma Zola voluta da Lega Pro, l’impossibilità di accedere alla gestione di ulteriori strutture penalizzerà l’accesso alle risorse in essa contenute. In virtù di quanto sopra-elencato, Ac Carpi, i suoi tesserati e le famiglie rappresentate (le più penalizzate dalla necessaria e continua ricerca di campi all’esterno del territorio carpigiano), non comprendono la posizione apparentemente discriminatoria che sottende le linee di indirizzo per l’affidamento degli impianti sportivi'.
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