Negli anni infatti si sono alternate la Indomita, costola femminile della Minelli, con due campionati, la Fini, con quattro, l’Audax, la più antica con cinque, e infine la Cabassi oggi Volley Modena che ne ha vinto uno solo e ha il palmarès più ricco a livello internazionale, vantando anche una Champions League e altre vittorie in Cev e Challenge Cup.
Il Volley Modena è l’erede della tradizione femminile della pallavolo sotto la Ghirlandina, in quanto le altre realtà, pur gloriose, si sono alternate tra la fine degli anni ‘40 e l’inizio dei ‘70 e si sono sciolte generalmente per difficoltà finanziarie che, allora come oggi, sono croce e delizia dello sport dilettantistico, quale è la pallavolo femminile.
Nel mezzo, tra il 2005 e il ritorno in serie A, l’esperienza della Universal Volley, nata a Carpi nel 1970 e poi trasferitasi a Modena nel 2010 dopo la promozione in A1, per poi ritirarsi a campionato in corso nel 2013 per problemi, anche qui, finanziari. Il suo posto è stato poi preso dalla LJ Volley, del gruppo Liu-Jo, che già era sponsor e che per tre annate terrà il nome di Modena negli almanacchi della serie A1. Esperienza che finirà nel 2016, con Liu-Jo che si fonde con la River Volley Piacenza. Di modenese c’è solo la denominazione e l’impianto di gioco, l’esperienza dura un paio d’anni, arrivederci e grazie.
Oggi che ci sarebbe da festeggiare il ritorno ai vertici di una squadra femminile, nella capitale mondiale del volley, fa scalpore, tanto da avere un risalto nazionale tale da occupare anche le pagine sportive dei più importanti quotidiani italiani, non solo di settore; la notizia che
Questo si aggiunge alla rimozione della foto di Giuseppe Panini nell’atrio del palasport (giustificata da un non meglio precisato restyling, ma dicono che tornerà al suo posto) e agli imbarazzanti risultati sportivi, con tanto di giravolte comunicative che non hanno giovato al lustro della “Juventus del volley”.
E che dire del fatto che un mese fa, in occasione della “Aia Aequilibrium Cup”, torneo amichevole per nazionali, nientemeno che Julio Velasco disse che era tempo che a Modena tornasse una squadra femminile?
Il presidente della Lega Volley Femminile Mauro Fabris, scomoda addirittura il patriarcato, per descrivere la posizione della società giallo blu, che a oggi annuncia che vuole intraprendere un proprio progetto di pallavolo femminile, acquisendo un titolo sportivo per farlo partire dalla B2.
Certamente Fabris, da presidente di lega, vuole cogliere le opportunità che offre la possibilità di avere una piazza storica come Modena nel massimo campionato femminile, auspicando che in breve possa arrivare in A1, in un momento in cui la pallavolo in rosa ha enormi ritorni d’immagine e muove
Curioso che questa opportunità non venga colta dal Modena Volley, che gestisce l’impianto e oltremodo curioso il silenzio istituzionale, che prima celebra il risultato delle ragazze e poi rimane in disparte, rischiando di far perdere un’opportunità (l’ennesima) al territorio, alla faccia dell’inclusione, della parità di genere e appunto, dell’attenzione al territorio.
Vi è poi da chiedersi come verrà accolta, se partirà davvero, la squadra femminile del Modena Volley. Un precedente in città c’è stato, negli anni ‘50 col gruppo Minelli, tre scudetti nella sezione maschile, e due in quella femminile (tra l’altro le annate ‘54 e 55 videro il dominio assoluto della squadra modenese in entrambi i campionati), ma lo “sgarbo” della squadra di Superlega potrebbe portare a un boicottaggio della stessa, in quanto i tifosi, che sui social si mostrano assai perplessi sulla decisione di Storci, dimostrano di amare la città e la pallavolo in sé (quanti tifosi sono andati al Guarini a consolarsi dopo le delusioni al PalaPanini?), e non le idee di marketing che, anche nel volley, stanno portando in una direzione sempre più aziendalista e sempre meno sportiva in senso lato.
Certo, la cosa è comprensibile per chi investe, senza una vera e propria garanzia di ritorno come avviene in quasi tutti gli sport, e al momento esiste solo un altro club che ha in A1 sia il settore maschile sia quello femminile, ed è il Vero Volley, la squadra di Paola Egonu, che però nel maschile gioca a Monza ed è un po’ più bistrattata rispetto alla femminile, che gioca a Milano e che ha puntato su nomi altisonanti, proprio per portare la metropoli al centro dell’attenzione anche nella pallavolo (impresa che per ora non è riuscita, visto che Conegliano la fa da padrone).
Che gli Storci e quindi Modena Volley, vogliano farsi capofila del volley che verrà, portando le esperienze che già ci sono nel calcio (che vede i grandi club avere una sezione femminile) e nel basket (unica nota stonata la Virtus Bologna che dopo tre anni ha chiuso la sezione femminile senza colpo ferire)?
Ai posteri l’ardua sentenza, ma al momento, come se ce ne fosse bisogno, il danno d’immagine è tutto a carico del Modena Volley, che ai magri risultati sportivi, aggiunge discutibili gestioni. La palla non mente e il campo parlerà. Una volta di più dovranno essere i risultati a placare gli animi.
Stefano Bonacorsi