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Sport vietato a 12enni senza vaccinazione: appello di 3mila genitori

Sport vietato a 12enni senza vaccinazione: appello di 3mila genitori

Dati allarmanti sulla condizione di molti adolescenti che, in seguito al secondo lockdown, hanno avuto problemi psicologici anche molto gravi


3 minuti di lettura

MAMMUT MODENA
Tremila genitori di atleti italiani hanno inviato ieri (5 gennaio) una lettera aperta al Presidente della Repubblica, al Presidente del Consiglio, al ministro della Salute, a varie Istituzioni italiane ed internazionali e a tutte le federazioni sportive italiane, per richiamare l’attenzione sulla condizione dei propri figli minorenni che dal prossimo 10 gennaio non potranno più partecipare alle attività sportive, o perché con Green Pass da vaccinazione in scadenza o perché non vaccinati, per motivi di varia natura. I decreti legge 221 e 229 impongono nuove e drammatiche restrizioni anche ai ragazzi che fanno sport, oltre che all’intera popolazione del nostro paese.

Secondo quanto si legge nel documento, “pare curioso che il Ministero della Salute non sappia o dimentichi quanto lo sport sia fondamentale nella crescita dei nostri giovani e nella formazione dei futuri cittadini italiani. Pare curioso che il Ministero della Salute non ritenga doveroso dover mettere in atto ogni sforzo perché nessuno sportivo debba essere fermato, bensì incoraggiato, sostenuto ed aiutato ad andare avanti”.
I firmatari della lettera continuano segnalando che “punire con l’esclusione atleti che per mesi si sono sottoposti a tamponi pur di poter praticare sport, appare un’inutile e dannosa misura che potrebbe avere conseguenze gravissime sulla salute mentale dei ragazzi, quali ad esempio depressione, ansia e senso di frustrazione, né servirà a fermare la circolazione del virus.
Inoltre, a ferire ancora di più i nostri figli e le famiglie tutte, contribuisce la totale assenza di empatia e di vicinanza da parte di Enti, Federazioni e Associazioni sportive, dei compagni di sport e delle loro famiglie. Tali enti e associazioni sportive poi, per rispettare tali dettami normativi, si trovano costretti ad emettere note di sospensione per gli atleti e i lavoratori del settore hanno il gravoso obbligo di controllare le certificazioni verdi. Anni di sacrifici, abnegazione e allenamenti vengono cancellati in articoli di legge. Sogni e speranze di chi allo sport dedica gran parte della propria vita vengono distrutti da due decreti. Bisognerà rinunciare a percorsi formativi cominciati da anni, con tutte le conseguenze che questo arresto avrà su forma fisica, psiche e risultati sportivi dei nostri ragazzi”.
I grandi timori dei genitori firmatari dell'appello trovano conferma in 2 autorevoli studi di cui si illustrano gli aspetti salienti:
1) Dossier: adolescenti in lockdown, a cura del Centro Clinico di Psicologia di Monza;
2) Studio promosso dal Dipartimento di Neuropsichiatria infantile dell’Ospedale Gaslini di Genova.
In entrambe le indagini, pubblicate su autorevoli riviste scientifiche internazionali, si presentano dati allarmanti sulla condizione di molti adolescenti che, in seguito al secondo lockdown, hanno avuto problemi psicologici anche molto gravi.
In molti casi si è rilevato un aumento di stati di agitazione e ansia, sintomi dissociativi, disturbi del sonno, tentativi di suicidio. I curatori di tali ricerche hanno inoltre evidenziato che l’attività fisica e ludica, svolta insieme ai propri pari, è in grado di far produrre neurotrasmettitori benefici per la salute psico-fisica.
“Ci domandiamo, infine, se sia sensato lasciare a casa dei ragazzi sani e speriamo vivamente che sia possibile prevedere qualche iniziativa analoga a quella promossa da Governatore Zaia, che ha rientegrato al lavoro molti sanitari sospesi, prevedendo per loro tampone di verifica ogni 4 giorni. Intervenite subito, i nostri figli stanno male”.
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