Giù le mani da Aimag: dove sono finite promesse di campagna elettorale?
In campagna elettorale, pur di catturare voti, i candidati sindaci avevano promesso di difendere l’indipendenza di Aimag, azienda storica del territorio
E a protestare in difesa della autonomia di Aimag, come ‘La Pressa’ ha scritto, sono intervenuti uomini di sinistra e dirigenti del partito, come gli ex sindaci del Pd di Mirandola (Maino Benatti, Luigi Costi, Sauro Secchi), di Concordia (Ivano Mantovani e Carlo Marchini), di San Felice (Alberto Silvestri), di Cavezzo (Stefano Draghetti), di Novi (Luisa Turci).
I quali, senza mezzi termini, hanno zittito anche il segretario provinciale del loro partito, il ‘saccente’ Stefano Vaccari, che si era avventurato in disquisizioni tecniche pur non essendo un esperto del settore, ma soltanto un uomo dell’establishment legato al potere, pur di difendere l’operazione Hera.
'Lo scambio tra investimenti industriali garantito da Hera e la cessione della governance del gruppo Aimag – avevano scritto gli ex sindaci dei Comuni della Bassa – è improprio e immotivato sia da un punto di vista aziendale che politico perchè è stato deciso di cedere il controllo di diritto e di fatto dell’azienda senza avere ricevuto nessun mandato specifico da parte degli elettori'.
Anzi, in campagna elettorale, pur di catturare voti, i candidati sindaci avevano promesso di difendere l’autonomia e l’indipendenza di Aimag, azienda storica del territorio. Tutto il contrario, invece, perchè è stata la stessa Hera ad annunciare che assumerà il controllo esclusivo di Aimag SpA. Una azienda economicamente sana in grado quindi sviluppare accordi industriali a di accedere al credito per promuovere investimenti.
'A nostro avviso – avevano aggiunto gli ex sindaci del Pd – c’è ancora tempo per intervenire e garantire l’assetto attuale della governance di Aimag. I cittadini di Carpi e della Bassa non meritano di subire questa mortificazione'.
Che va ad aggiungersi, aggiungiamo noi, ad una inquietante ‘deriva’ politica del Pd che vede la graduale ma inarrestabile trasformazione della ricca e storica realtà modenese in una ‘succursale’ di Bologna perchè il ‘caso’ Aimag viene dopo il trasferimento a Bologna di alcune fiere di settore sinora svolte nell’area espositiva della Bruciata e gli incerti destini di Seta come azienda modenese di trasporto pubblico.
Cesare Pradella
Da anni Lapressa.it offre una informazione indipendente ai lettori, senza nessun finanziamento pubblico. La pubblicità copre parte dei costi, ma non basta. Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci segue di concederci un contributo. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di lettori, è fondamentale.
Il profeta del 'Sì sì vax' dichiara di essere finanziato da aziende che producono vaccini: ma dirlo ora è tardi
Rifiuti, Mezzetti ha osato criticare Hera e ora paga lo scotto. Stessa cosa per Righi su Aimag
Segreteria Pd Modena, l'ora delle candidature: contro Paradisi Muzzarelli pensa a Lenzini o addirittura a se stesso
Zone Rosse a Modena: è la conferma che siamo in emergenza criminalità
Sanità Area Nord Modena, la politica si divide ma i sindaci uniscono: il fallimento dei partiti
Segni di vita nella componente ex Margherita all'interno del Pd della Schlein
Devianza giovanile a Modena: giusto fotografare la complessità, ma dopo l'analisi serve il coraggio di cambiare
Zone Rosse: Modena naviga a vista su un mare di ricette 'vecchie' che distraggono dal problema

 (1).jpg)
