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Modena, un prefetto in carica designato super-assessore a dispetto della Maletti

Modena, un prefetto in carica designato super-assessore a dispetto della Maletti

I Dem hanno incassato, gratificati anche dalla esclusione di Andrea Bosi, vissuto da sempre come corpo estraneo in casa Pd e che ora rischia anche di perdere la poltrona da presidente del Consiglio Comunale


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Mentre l’opposizione si interroga se attaccare o meno il sindaco Mezzetti sulla scelta di indicare un prefetto in carica come assessore, per poi nominarlo tra un mese al momento del congedo, a livello politico Modena fa i conti con una giunta con diverse aspetti ‘originali’. Il super-assessore (sicurezza e welfare) Alessandra Camporota è indubbiamente l’elemento più di rottura. Esiste certamente un tema di opportunità - forse mai nella storia è stato promosso a ruolo politico un prefetto ancora nelle sue funzioni - ma esiste ancor prima un tema di nuovi equilibri di potere nella paludata realtà modenese.
 

Mezzetti, infastidito dalle pretese Pd, dopo aver mal tollerato il balletto sui nomi e la forsennata caccia a una poltrona, ha dato ai Dem un segnale chiaro: va bene accogliere in giunta le solite pedine pesate col bilancino (Maletti espressione del mondo curiale, Venturelli ex Ds forte di preferenze incrociate, Guerzoni per l’area Muzzarelli, Bortolamasi per l’area Bonaccini), ma poi sulla spartizione delle deleghe si è ‘vendicato’. Togliere alla Maletti il welfare è stato uno smacco non da poco (non certo compensato dalla sterile carica di vicesindaco), così come imporre alla urbanistica un nome di rottura come quello di Carla Ferrari ha spiazzato
tutti.
I Dem hanno incassato, gratificati anche dalla esclusione di Andrea Bosi, vissuto da sempre come corpo estraneo in casa Pd e che ora - a causa della sua enorme agitazione nel tentativo di entrare in giunta - rischia anche di perdere la poltrona da presidente del Consiglio Comunale. Una accettazione che - a ben vedere - era tutt’altro che scontata considerato il boom di voti ottenuti dal partito della Schlein.
 

Ma Mezzetti non si è fermato qui. Ha rinunciato clamorosamente a Modena Civica spingendola alla opposizione, ha accettato di inserire in giunta l’amico Paolo Zanca anch’egli inviso al Pd, ha preteso la staffetta Moretti-Ferraresi nei 5 Stelle e ha tinto ancor di più di Verde la giunta con Molinari. Come capo di gabinetto infine Solomita, apprezzato dal primo cittadino non tanto come segretario ma sotto il profilo personale. Insomma elementi per cambiare passo ve ne sono tanti rispetto al regno di Muzzarelli. Vedremo se il nuovo sindaco manterrà le promessa di un inizio estate che profuma più di fresco del previsto.
Giuseppe Leonelli
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