Le
elezioni provinciali che si sono tenute ieri, seppur riservate ai consiglieri comunali, hanno dato ottimi spunti di riflessione politica. Ancora una volta Paolo Zanca, leader provinciale di Azione e assessore alle partecipate e alle nomine del Comune di Modena, s’è dimostrato un abile manovratore politico. Capace di raccogliere successi elettorali e personali che vanno ben oltre il – pochissimo – consenso del suo partito e dei suoi colleghi di partito. La consigliera Simona Sarracino (
nella foto con Giacobazzi) di Formigine, in quota Azione, è stata dapprima inserita contro ogni previsione nella lista del PD e del centrosinistra, pur avendo corso contro al PD nella competizione elettorale di giugno – con forti dissidi e non solo politici. E a spoglio fatto s’è trovata eletta con 3 voti di quelli pesanti: quelli provenienti dai colleghi consiglieri del centrosinistra del capoluogo, le cui schede valgono più di ottocento voti ciascuna - più del triplo di quelle di Formigine. In più, chi ha assistito allo spoglio sostiene che alla Sarracino non sarebbe stata assegnata una quarta preferenza personale: un elettore avrebbe infatti scritto “Sarracino” su una scheda, sempre di quelle pesanti, attribuendo però il voto di lista al centrodestra.
Segno che anche a sinistra non era ben chiara - o comunque poco compresa - la collocazione della Sarracino e più in generale di Azione. Un voto della sinistra modenese, sempre di quelli pesanti, è poi finito dritto nel carniere di Piergiulio Giacobazzi, di FI, risultato a sua volta eletto con più voti rispetto al previsto e primo per le preferenze personali raggiunte. Trattandosi di elezioni provinciali, dove il corpo elettorale è formato da soli consiglieri comunali, è sicuramente possibile spingersi a fare delle ipotesi senza violare chissà quale segreto elettorale. Secondo fonti interne alla maggioranza, Zanca avrebbe sì concordato con il centrosinistra modenese 3 voti per la sua candidata, fra i quali quello del consigliere anziano Paolo Ballestrazzi. Ma ai voti attesi da Massimo Mezzetti ne mancherebbero comunque almeno due: quello finito al centrodestra con preferenza nulla, e quello per Giacobazzi. Un brutto segnale per il Sindaco di Modena, finito così dietro al forzista. Per uno dei due franchi tiratori il nome che circola negli ambienti della maggioranza - ma ovviamente senza conferme ufficiali - è quello dell’ex assessore Andrea Bosi, escluso da Mezzetti da tutte le nomine possibili. Per l’altro è caccia più che aperta.
Giacobazzi, partito da underdog, nonostante la quasi nulla presenza consigliare di Fi in provincia ha superato tutti, andando evidentemente a rubare tanti voti in casa FdI. La sua collega modenese Elisa Rossini è stata superata anche da Stefano Venturini di Cavezzo, oltre che da Giacobazzi. Al di là delle felicitazioni di facciata, saranno invece settimane difficili per Michele Barcaiuolo: per ricompattare il proprio elettorato su Ferdinando Pulitanò e sulla moglie Annalisa Arletti - stranamente non candidata a questa tornata ma comunque entrata nel santino in quanto responsabile degli enti locali di FdI.
Magath