Una pandemia di vaste proporzioni che l'attuale Governo e il Ministro Speranza si affrettano a fronteggiare istituendo un gruppo di coordinamento per monitoraggio e collegamento delle Asl. Viene inviata dal Ministero una lettera alle Aziende sanitarie e Dipartimenti di Sanità con i protocolli da seguire. Allora un normale cittadino è portato a pensare che in tutto il territorio nazionale il protocollo sia lo stesso. E invece no. A Modena un sospetto caso di infezione da Coronavirus viene invitato a recarsi al Pronto Soccorso dove dopo i dovuti accertamenti e analisi (che vengono svolte in un laboratorio specializzato al Sant'Orsola di Bologna) si decide se e quando rimandare il paziente al reparto Malattie infettive.
Nel frattempo però il paziente con sospetta infezione da Coronavirus ha inopinatamente condiviso il suo tempo con gli altri pazienti del Pronto Soccorso. Se si pensa che il Pronto Soccorso del Policlinico di Modena è anche Pronto Soccorso pediatrico, allora un normale cittadino si chiede se tutto ciò sia da 'protocollo' e se non sia alquanto inopportuno. Quel cittadino allora vuole informarsi e chiama il Pronto Soccorso del Policlinico modenese. Risponde un operatore sanitario che gli conferma che per 'sospetta infezione da virus' deve recarsi al Pronto Soccorso. Non contento il cittadino sempre più perplesso si collega al sito della Regione Emilia Romagna. Vi trova solo qualche riga laconica di rassicurazione e l'indicazione di collegarsi al Sito del Ministero della Salute. Sempre lo stesso cittadino vuole vedere se per caso in altre regioni la situazione sia identica. Si collega con il sito della Regione Lombardia e legge:
- I medici (di ASST, IRCCS, case di cura accreditate, ospedali classificati, medici di famiglia, etc) per i pazienti che rientrano nella definizione di caso sospetto devono segnalare il caso all'ATS (Agenzia di Tutela della Salute) di competenza e attraverso procedure informatiche specifiche, gestendo il paziente in stretto raccordo con i referenti delle 'malattie infettive'.



