Questa lettera vuole essere un invito per gli amministratori locali, sindaco in testa, a provare “on the road”, sul sellino di una bici, lo stato delle piste ciclopedonali e ciclabili della città e delle frazioni. Scoprirebbero che tra buche, gradini, fessure, immissioni laterali di veicoli, il ciclista rischia spessissimo di fare Pums che, oltre ad essere acronimo di Piano Urbano Mobilità Sostenibile, è suono onomatopeico adattissimo alle cadute. A coronamento della prova in strada vorrei anche consigliare il parcheggio della bici nelle apposite rastrelliere in luoghi come la Stazione FS, i parcheggi antistanti le piscine, i Poliambulatori, il centro storico...: il brivido di ritrovare una bici con parti mancanti o, addirittura, di non ritrovarla più, va sperimentato almeno una volta nella vita.
Un tempo portavamo le pezze sui pantaloni mentre ora, che non ce la caviamo poi così male, abbiamo, se va bene, le “pezze” sulle strade. Un tempo eravamo una “signora città” mentre oggi , per alcuni aspetti, siamo diventati una “s’ignora città”. Vorrei richiamare un termine oggi un po’ vintage: dovere. Come cittadina ho il dovere di segnalare all’amministrazione le buche stradali e mi aspetterei che, risolta l’emergenza con qualche sacco di asfalto o qualche segnale che invita a moderare la velocità, la gestione e manutenzione di strade, piste ciclabili, marciapiedi diventasse una priorità per la sicurezza di tutti, il decoro della città e una mobilità sostenibile nei fatti e non solo negli slogan. Buona pedalata!
Daniela Rovatti


