Egregio direttore,
Vorremmo fare arrivare, attraverso la sua testata, la nostra richiesta all'Arcivescovo di Modena-Nonantola volta a restituire a Modena e provincia gli ordini monastici.
Rivangare sull'assurdo (nei tempi e nei modi) affaire benedettino è troppo lacerante, allora chiediamo a chi è chiamato a operare scelte per il bene del popolo cristiano di sedersi a tavolino e studiare un modo per ridare accoglienza a gente che indossa la tonaca e il saio, come se ne vedono in tutte le città.
La strategia del silenzio non premia nessuno, men che mai quell'afflato contemplativo, ascetico che tanti fedeli vogliono tornare a respirare e, non potendolo fare né a Modena né nell'abbazia di Nonantola dove di abati non si vede neanche l'ombra, né in altri luoghi della diocesi, è costretta a varcare il confine ecclesiastico.
Non si speri, sotto sotto, che ipotetiche nuove gestioni in mano ai diocesani facciano dimenticare il vecchio perché le mura di certi edifici parlano. Se non si vogliono tenere in considerazione i fedeli, si porti rispetto quanto meno nei confronti dei fondatori di quegli edifici.
Gualtiero Cortellesi
Lorella Tassinari
'Non si getti alle ortiche il patrimonio monastico modenese e si ascoltino i fedeli'

Richiesta di due lettori all'Arcivescovo di Modena.Nonantola: 'Per il bene del popolo cristiano di sedersi a tavolino e studiare un modo per ridare accoglienza
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