Stangata tasse: a Modena Robin Hood al contrario

Camillo Po, residente e referente del locale comitato di cittadini Pro Rione Sacca l'innalzamento della tassazione locale prevista nel bilancio
Un’altra furbata mascherata dal fare di Robin Hood - secondo i loro proclami - è quella di salvaguardare le fasce più deboli. Ritengono evidentemente anche che una famiglia di due redditi da 45 mila euro annuo cadauno è più debole di una dall’unico reddito di 50 mila con altri a carico. La maggioranza della gente non riflette, fermandosi ai proclami. Loro lo sanno. La verità nascosta presunta è che lo fanno per evitare la sommossa popolare. È infatti la fascia più numerosa. Quella più abituata alle piazze.
La differenza dei tanti Robin Hood nostrani rispetto all’originale della foresta di Sherwood, è che, l’anglosassone prendeva ai ricchi per dare ai più poveri, mentre i nostri prendono ai meno poveri per dare non si sa bene a chi e per quale reale scopo.Ci sono altre cose che al contempo i nostri governanti sanno e non sanno fare. Una fra le prime è quella dello “scaricabarile” e di dire che va tutto bene e che tutto è sotto controllo. Poi non stanno fra la gente. Intendo lo stare nelle strade e nei crocevia cittadini e li osservare e parlare con le persone. Se questo lo facessero si renderebbero meglio conto dello stato disastroso nel quale si trova la città. Cominciamo dal ruolo di un sindaco per tacer questa volta d’altri e di ciò che la gente di questi tempi pericolosi si aspetta da lui e dalla sua giunta.
Il sindaco di una città ha il dovere di essere sempre dalla parte dei cittadini e di essere responsabile del loro benessere. Anche prendersi a carico per aiutare a risolverli, i problemi della città, non importa di chi siano le cause e che esse non siano pertinenti alle decisioni della sua amministrazione. Quando il loro gravare cresce così pesantemente nella popolazione, insieme ai timori ed alle paure che divorano l’anima e la serenità di ciascuno, è necessario agire velocemente e bene.
Quando in mare una barca è in balia della tempesta, ogni componente dell’equipaggio interviene per salvarla e per salvarsi. Non capita che uno o l’altro dicano che quel tal compito non gli tocca e che tocca ad altrui. Se lo facessero la barca affonderebbe e con essa tutte le persone a bordo!
Limitarsi a scaricare dalla barca i barili, dunque a fare lo “scaricabarile”, come per la sicurezza nel passato, qualcuno ha fatto , né è sufficiente e nemmeno è utile ed opportuno.Un solo esempio per non tenerla lunga, valido per tutto il resto. Se l’accoglienza non appare fatta bene perché girano per le strade individui di altre nazionalità sporchi, apparentemente mal nutriti, e mal vestiti chiedenti l’elemosina ed all’occasione ed alla bisogna, occupati ad altri atti indebiti, essi sbarcati e consegnati insieme a tanti soldi nostri alla cura di terzi, il sindaco, qualsiasi sindaco, non deve continuare a ripetere che non è di sua competenza l’accoglienza. Lo è invece, se succede a Modena. Vada nei centri di accoglienza a vedere e batta i pugni sul tavolo e segnali al Prefetto le cose che lì non funzionano. Eventualmente anche alla magistratura.
Di chiunque sia la colpa, se il sindaco non aiuta, la colpa diventa anche sua.
Sulla proposta della Prefetto di Modena di portare sicurezza nell’area Novi Sad bannandola come “zona rossa”, mi permetto di ricordare il ben noto scientifico sistema dei vasi comunicanti. Esso funziona benissimo non soltanto con i liquidi come l’acqua, bensì, nei tempi d’oggi, perfino con la delinquenza. Se viene istituita la inaccessibile zona rossa al Novi Sad non è che, così, si è risolto il problema. Semplicemente, secondo il principio dei vasi comunicanti, lo si è soltanto spostato, probabilmente in più ambiti. Che servano altre azioni per riportare sicurezza in città, ormai lo pensano in tanti'.
Camillo Po
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