restando alla vicenda Amo e alla sparizione di 500.000 euro, ho visto che un quotidiano locale, oggi, titolava: “Contabilità? Tutto su cartaceo”. Descrivendo un flusso operativo interno basato sul “prelievo manuale delle fatture dal cassetto fiscale, l’approvazione dell’ufficio tecnico e la compilazione di distinte dei pagamenti su carta”. E da qui la proposta dei quadri interni di attivare un “foglio excel” nel quale inserire i flussi - peraltro mai andato in porto.
Un foglio excel in un’azienda pubblica da 40 milioni di fatturato? È davvero molto singolare. Perché il direttore generale di Amo, il dottor Daniele Berselli (nella foto), prima di essere nominato direttore al posto di Alessandro di Loreto è stato IT Manager della stessa Amo per vent’anni, dal 2003. E, dal suo CV, vanta un’esperienza davvero notevole in ambito IT. Le sue esperienze sono a livello internazionale, con diversi progetti europei gestiti e illustrati brevemente in diverse pagine. S’è occupato di diverse complesse integrazioni, fra le quali la biglietteria elettronica e il controllo satellitare della flotta, per le quali ha scritto addirittura in prima persona 10.000 linee di codice.

Nel CV Berselli delinea il suo coinvolgimento in tutti i processi aziendali, in qualità di IT Manager; l’approfondita conoscenza degli aspetti amministrativi; dei flussi di approvvigionamento di beni e servizi con relative procedure di fornitura; l’implementazione degli strumenti di Business Intelligence per il monitoraggio dei processi aziendali. Andando poi a spulciare i pagamenti di Amo del primo trimestre del 2025, disponibili sul sito, risultano quasi 100.000 euro in sole spese di software. Il dettaglio non è presente, ma dalle aziende fornitrici metà di questi sembrano essere relativi a software per il core business, la mobilità, e l’altra metà a gestione e amministrazione.
Per questo non capisco il richiamo al “tutto cartaceo” fatto dal quotidiano locale. È impossibile che un’azienda gestita da una persona con questa esperienza in ambito informatico, e con questi costi di software, non si sia dotata di un sistema integrato per la gestione dei flussi delle fatture. Un sistema che permetta, per ogni fattura, la gestione totalmente digitale del flusso di approvazione, controllo, emissione dei mandati, pagamento, con tutti i controlli incrociati e i livelli autorizzativi del caso.
Soluzioni che oggi si possono implementare con poche migliaia di euro. E che avrebbero evitato 500.000 euro di sottrazioni fraudolente – oltre che migliorare in generale l’analisi di come vengano spesi i soldi.
Ma qui ci sta un aneddoto. Una ventina d’anni fa, quando ancora non si parlava di intelligenza artificiale, collaboravo con una società modenese che proponeva alle PA in ambito sanitario un software veramente innovativo, per quei tempi, che faceva un controllo automatico incrociato delle cartelle cliniche e delle prestazioni erogate, per capire dove ci fossero sprechi. Secondo lei, caro Direttore, una volta capito che avrebbe comportato tagli al budget e quindi al loro potere, quanti dirigenti l’hanno comprato?
Ing. Roberto Benatti

