La grande quercia al Parco Ducale e l'attenzione di giovani per l'ambiente: si può ripartire da qui
Il fatto che ci siano ancora dei giovani che si prendono la briga di impegnarsi su tematiche ambientali, per me, vecchio Educatore, è un balsamo
Dalle notizie riportate dalla cronaca locale, infatti, stiamo apprendendo che c'é un giovane cittadino che ha pensato e si é attivato per promuovere l'iscrizione e l'inserimento della pianta modenese più antica nell'elenco degli alberi monumentali regionali. Si tratta della grande quercia che ha dimora presso il Parco Ducale, con un’età di oltre duecento anni, che, però, affetta oggi da qualche traversia, sembra rischiare di morire, magari anche lentamente, così privandoci della sua storica presenza ed esistenza fra tutto il verde cittadino. L'iscrizione nel registro regionale, di cui, come si diceva, é stata inoltrata la richiesta, potrebbe garantirne una senz'altro maggior tutela; peraltro potrebbe permettere di utilizzare, per i necessari interventi, i fondi che sono messi a disposizione per la salvaguardia di tali esemplari monumentali. Insomma costituirebbe l’opportunità di cercare di salvaguardare l'albero che, già tutelato dai nostri concittadini del passato, non dovremmo rischiare di far mancare alle generazioni che ci seguiranno.
Sempre dai media locali, inoltre, si apprende che un altro giovane cittadino sta promuovendo una serie di interventi, fra i quali una raccolta di firme per una petizione, (che mi augurerei potesse divenire anche online) per evitare che la realizzazione di un parco di pannelli fotovoltaici a San Martino in Spino, frazione di Mirandola, precisamente nell'area di Portovecchio, possa stravolgere quei luoghi, che fanno parte dell'identità ambientale e storico-culturale di tanti abitanti della frazione, che li hanno frequentati per anni, che li ha visti lavorare presso il Centro di Deposito ed Allevamento Quadruopedi dell'Esercito Italiano, che lì é rimasto operativo fino ai primi anni cinquanta del secolo scorso. Quei luoghi, peraltro, nel corso degli anni successivi, a fronte di un'oggettivo abbandono, hanno permesso un più che significativo rimboscamento, guadagnando grandi spazi con una vegetazione ricca e folta. Il ché, in un'epoca caratterizzata da una continua e purtroppo costante cementificazione, é senza dubbio un valore aggiunto per quei territori. Tale vegetazione dovrebbe essere eliminata, anche con l’abbattimento di alberi, di cui diversi sono più che centenari.
La petizione di cui sopra tende ad evitare che ciò possa accadere, per giunta per la realizzazione di un parco fotovoltaico, che porterebbe con sé l'emergere di tutte le problematiche che quel tipo di realizzazioni comportano: quali uno sfruttamento temporaneo degli impianti, il loro successivo abbandono con tutti problemi che creerebbe il loro smaltimento.
Ora, prendere atto che tuttora, nonostante la crisi di aspettative e speranze che parrebbe vivere gran parte della popolazione giovanile di oggi, 'ci siano ancora' dei giovani che si prendono la briga di impegnarsi su tematiche quali quelle di cui sopra, per me, vecchio Educatore, non può che fare piacere e costituire un balsamo efficace per rinvigorire quel poco di ottimismo che mi è rimasto.
Giovanni Finali
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