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Normalmente quando una città può vantarsi di qualcosa, i rappresentanti delle istituzioni si mettono in gran spolvero. Questa sarebbe dovuta essere la prassi alla quale sarebbe stato bello assistere lo scorso sabato sera al teatro comunale di Carpi in occasione del concerto per il ventennale dell’orchestra di fiati dell’Istituto Vecchi-Tonelli di Modena e Carpi; la quale si è esibita assieme al trombettista Marco Pierobon per la presentazione del cd “The Maestro” inciso dallo stesso Pierobon con la collaborazione dell’orchestra carpigiana.
Al termine di un concerto meraviglioso, dove si è palpata la passione sia di Pierobon sia degli orchestrali diretti dal Maestro Massimo Bergamini, i presentatori, due ragazzi dell’orchestra, hanno fatto i ringraziamenti di rito convocando sul palco la presidente dell’Istituto Donatella Pieri il direttore Antonio Giacometti e il sindaco di Carpi Alberto Bellelli.
Discorso di circostanza quello dei vertici del Vecchi-Tonelli, con Giacometti che si è distinto soprattutto per l’indubbia eleganza della sua tenuta. Memorabile il discorso del sindaco il quale ha detto… niente, perché non c’era. Sicuramente non si sarebbe discostato dalle frasi di Giacometti e Pieri, quindi si sarebbe parlato di orgoglio cittadino, impegno dei giovani ecc. ecc. tuttavia sarebbe stato bello se, almeno formalmente, la vicinanza delle istituzioni al mondo della Cultura fosse stata davvero tale. Invece, oltre a essersi perso un concerto straordinario per intensità ed emozioni, ha pure fatto una figuraccia dimostrando, purtroppo e se ce ne fosse bisogno, che quando i politici parlano di Cultura, parlano solo di quella che fa loro comodo, quella che porta voti al loro mulino. Il resto è circostanza che, talvolta, non merita nemmeno d’esser tale.
Al che, la battuta di Pierobon quando ha donato il cd a Pieri e Giacometti “fatene avere una copia al sindaco, 15 euro!” suonava simpatica, ma forse nascondeva una certa amarezza. Ed io da spettatore (nemmeno carpigano perché sono dell’Appennino) mi sono sentito mortificato per quei ragazzi. Mandare almeno un assessore, fosse anche quello del cerimoniale a portare i saluti dell’amministrazione, avrebbe dato comunque un’immagine diversa. Siamo invece alla dimostrazione che alcune eccellenze in questo paese, vanno avanti solo per la forza di volontà di chi le ha create e delle persone che, una volta coinvolte, ci mettono l’anima. Il solito volontariato insomma. Ma se da fuori per persone vedessero un decimo della fatica che questi “volontari” fanno, il discorso del sindaco non sarebbe solo una formalità. Sarebbe come minimo dovuto.
Stefano Bonacorsi