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Fondazione Arti Visive, la Baldon ammette: 'Il Mata non funziona'

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'Il Mata non è un luogo riconosciuto all'interno dei percorsi culturali modenesi. Quindi, esporre l? significa sacrificare l'affluenza'


Fondazione Arti Visive, la Baldon ammette: 'Il Mata non funziona'
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'Non siamo partiti bene, ma faremo del nostro meglio. Le competenze tecniche ci sono, cerchiamo di metterci cuore e passione'. I dati sui visitatori sono positivi rispetto all'anno precedente, a parte per quanto riguarda la Fondazione fotografia, e 'i conti sono in ordine'. Il personale intanto se ne va? 'Nessun dipendente è stato mandato via e non c'erano motivi particolari per abbandonare la Fondazione'. Parola di Gino Lugli, manager già amministratore delegato del gruppo Ferrero e da nemmeno un anno presidente di Fondazione Modena Arti Visive. Si tratta dell'organismo voluto dal sindaco Giancarlo Muzzarelli a Modena, d'intesa col presidente della Fondazione Cassa di risparmio Paolo Cavicchioli, per riunire sotto un'unica regia Galleria civica, Fondazione fotografia e Museo della figurina. Il progetto è stato concepito dopo le rumorosi dimissioni in chiave Expo 2015 dell'ultimo direttore della Civica, Marco Pierini, e da allora è stato portato avanti non senza polemiche.

Tuttavia, ora a bocciare il progetto Fmav ha pensato anche la Cgil, lamentando la mancanza di un progetto vero e di un equilibrio sul personale (una cui parte se n'è già andata). Lugli ne ha parlato oggi in conferenza stampa a palazzo Santa Margherita. Con lui c'e' la direttrice Diana Baldon e tutti gli altri componenti del Consiglio, quindi Martina Bagnoli, Luigi Benedetti, Paolo Credi e Daniela Goldoni.

 Si sta ragionando se mantenere i tre marchi degli istituti che costituiscono Fmav, ma Lugli, in attesa che il Cda si esprima anche su questo, conferma che si guarda avanti: 'Sarebbe preferibile convergere verso un'unico marchio, assegnando ai tre istituti una funzione di sostegno, rimanendo attivi, allo stesso marchio principale'. Intanto, ecco i numeri finora mai usciti sulla stagione espositiva 2017-2018, la prima della Fondazione culturale modenese.

I visitatori dall'1 settembre 2017 al 31 agosto 2018 sono stati di 57.242, cosi' suddivisi: 32.975 alla Galleria civica, 16.684 al Museo della figurina e 7.583 alla Fondazione fotografia. Spunta dunque un aumento di 1.371 visitatori (+2,4%) rispetto all'anno precedente: nel 2016-2017 il totale dei visitatori e' stato infatti pari a 55.871, 29.502 alla Galleria civica (+3.473 presenze), 14.438 al Museo della figurina (+2.246) e 11.931 alla Fondazione fotografia (-4.348 presenze). Si e' cercato in tutto questo di valorizzare gli eventi legati ai contenuti della mostra, i laboratori didattici per adulti e scolaresche, le visite guidate per il pubblico e visite dedicate alle scolaresche (arriveranno 2.200 altri studenti tra ottobre e marzo). Nell'anno espositivo 2017-2018 alle attivita' collaterali hanno partecipato in totale 6.971 persone (+31% rispetto all'anno 2016-2017). 

Per quanto riguarda il bilancio consuntivo, che verrà approvato a novembre, Lugli assicura che le stime di previsione 'sono state rispettate' operando nell'ottica dell'equilibrio. I ricavi previsti a budget erano di 1,637 milioni di euro (se ne stimano in chiusura 1,749 con un maggiore incasso, quindi, di oltre 61.989 euro) dei quali 1,361 milioni da Comune e Fondazione Cassa di risparmio, gli enti soci. Altri 245.000 euro arrivano come incassi di master e corsi. Su biglietteria e bookshop si era stati un po' ottimisti, con 60.000 euro previsti anche se alla fine ne arrivano solo 41.022: compensano le attivita' collaterali, tra mostre prestate e altro. In generale, i costi erano fissati a quota 1.687.598 euro e se ne prevedono 1,745.272 a chiusura. Le mostre dovevano costare 550.000 euro e costeranno piu' o meno cosi', e pure master e laboratori a loro volta risultano vicini al pareggio. Su marketing e comunicazione si sono investiti 80.000 euro, 'non tanti quindi', e soprattutto 'c'è stato un maggior costo d el personale: avendo perso persone abbiamo dovuto assumerne altre pagandole cash', entra nel merito Lugli. Come ha spiegato la Fp-Cgil, l'1 febbraio scorso si contavano 27 persone, direttrice inclusa, e attualmente sette (tra cui una posizione direttiva) se ne sono andate. Sono state aggiunte solo due figure nuove, entrambe in posizione direttiva; va aggiunta poi, nel quadro del sindacato, una terza figura che presta servizio per la Fondazione tramite un'altra azienda. Va alla sostanza Lugli: 'Parlerò con la Cgil, ma nessuno è stato mandato via. Possiamo assumere due nuove persone, al momento'. 

La Fondazione Modena Arti Visive sconta dei vertici poco presenti in città? Il presidente Gino Lugli non lo crede, nonostante le polemiche recenti, e spezza una lancia anche a favore della direttrice della Fondazione, Diana Baldon, spesso per lavoro a Copenhagen ma non solo. 'Noi dobbiamo essere più presenti? Il compito del presidente è gestire il Cda, non è un ruolo operativo. Il ruolo operativo è quello del direttore, che ritengo debba assicurare risposte e assicurare la sua presenza, quando possibile'. Da parte sua Baldon, nominata direttrice Fmav un anno fa e affiancata nel frattempo da un direttore di produzione, fra l'altro, si dice 'orgogliosa' del lavoro portato avanti fin qui sulle mostre, da quella su Ad Reinhardt fino a Sharon Lockhart e Adelita Husni-Bey, e non solo. Spiega la direttrice: 'Sono arrivata nell'ottobre di un anno fa e si doveva subito programmare una mostra a marzo, perchè i vari istituti non avevano programmato nulla. Lavoro per rilanciare tutti i marchi nell'ambito delle partnership col territorio'. E il futuro? Oltre al progetto del dipartimento educativo e mentre 'i tavoli tecnici sul progetto Sant'Agostino sono già iniziati- continua Baldon in prospettiva- in cantiere ci sarà una mostra sugli albori della fotografia e un'altra mostra con un artista di Modena, oltre ad altre due esposizioni in vista del Festivalfotografia che nel 2019 avra' come tema la Persona'.
Anche Martina Bagnoli, componente del Cda Fmav e direttrice delle Gallerie estensi, si dice sicura: 'Nell'ultimo anno e mezzo ci sono state mostre di grande qualita', lo dico da frequentatrice e non da componente del Cda'. 

Tra gli altri capitoli futuri della Fondazione resta quella dei contenitori, con Baldon che ammette che lo spazio Mata vicino all'ex manifattura tabacchi, caro al Comune che vi aveva installato una discussa mostra in chiave Expo 2015, è stato oggettivamente meno frequentato rispetto al Foro boario: 'Non ho mai lavorato al Foro boario, mi è stato detto più di una volta- osserva Baldon- che il Mata non è un luogo riconosciuto all'interno dei percorsi culturali modenesi. Quindi, esporre lì significa sacrificare l'affluenza. Tra le due sedi si è passati da 2.000 metri quadri a 478, del resto, ma dal mio punto di vista non c'è alcun problema', si mostra serena la direttrice della Fondazione Arti Visive. Monta inoltre attorno alla Fondazione culturale modenese, di nuovo, il progetto del polo culturale Sant'Agostino, di cui Fmav diventerà di fatto il braccio operativo. 'Aggiorna il quadro il direttore della Fondazione Cassa di risparmio Luigi Benedetti: 'Il Sant'Agostino non e' più un'isola che non c'e', adesso siamo nella fase di chiusura dei percorsi amministrativi e dei progetti culturali'.

Redazione Pressa
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La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, ..   Continua >>


 
 
 
 


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