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Filippo Neviani, in arte Nek, può tranquillamente usare lo pseudonimo con il quale è conosciuto come cantante e non deve chiedere alcuna autorizzazione per l'utilizzo di questo nome di fantasia ai vecchi componenti del gruppo musicale dal quale lo ha 'portato' via quando ha iniziato la sua carriera da solista.
Lo ha stabilito la Cassazione che ha respinto il ricorso con il quale Antonio Verrascina, ex componente della band nata all'inizio degli anni Novanta in qualità di compositore e organizzatore, chiedeva a Nek di essere risarcito per non aver ricevuto delle royalties dai primi album del cantante emiliano e per aver trascurato il suo negozio di strumenti musicali 'sacrificato' - ha sostenuto nel ricorso agli 'ermellini' - per gettarsi anima e corpo nel destino del gruppo costituito anche dal batterista Claudio Govi. Nessun obbligo, per Neviani, nemmeno sul versante dei diritti per i primi tre dischi.
Redazione Pressa
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