Qualcuno dei meno giovani mi ha apostrofato, parlando al passato per dire che anche io ho letto e mi sono dilettatto - forse pensavo di insistere a macchiate fogli di qualsiasi provenienza - e ho tentato la immersione nella poesia.
Ma i quaranta anni sono stati fotografati con uno slogan che non poteva non attirarmi: quaranta lettere dell'alfabeto.
E allora, accolto dal professore con la semplicità ceduta come alterigia intellettuale, sono stato in via Fosse a Modena con attenzione umile per rivedere vecchie amiche, giovani intellettuali, artisti italiani e stranieri. Il primo sguardo mi ha portato a dire che da Modena il legame non è solo nel rombo dei motori, ma segni parole e musica partono da qui e come un vento leggero e carezzevole porta in ogni dove il seme della conoscenza, come dell'arte.
Con la rivista Steve diretta da Sitta ho conosciuto il poeta Mladen Machedo e sfogliato il suo libro di aforismi.
Non avevo bisogno d'altro. La poesia è voce sottile che anche nella nostra città industriale, iperproduttiva e a volte sfuggente nel rumore e nella velocità che produce ha lo spazio che nessuno può
togliere. Avete presente quei riccioli bianchi che i pioppi lasciano nel vento e creano fastidio: bene, dopo poco vediamo la piantina emergere dallasfalto, nel cemento nei luoghi più disparati.
Anche il laboratorio di poesia dà questa sensazione.
Ai prossimi quaranta. Agli autori e alla loro volontà.
Paolo Cristoni