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Accordo nella famiglia Caprotti per condurre Esselunga verso la Borsa? 'Non credo si farà, anche se lo considererei positivo. Perchè no? È una sensazione, avendo conosciuto l'esperienza del fondatore. Per noi, comunque, cambia poco'. Osserva così Adriano Turrini, presidente di Coop Adriatica dal giugno 2011 e dall'anno scorso di Coop Alleanza 3.0, il super gruppo nato dalla fusione delle pù' importanti coop di consumo.
Interpellato sul tema Esselunga, Turrini ne ha parlato ieri nel corso e a margine della tavola rotonda 'La finanza cooperativa: obiettivi di sviluppo' in occasione dell'assemblea annuale, a Bologna, del Consorzio cooperativo finanziario per lo sviluppo. Dunque, invitato a scrutare i possibili vantaggi del risparmio privato nell'economia reale, il numero uno di Coop Alleanza 3.0 precisa: 'La mia è solo un'opinione molto personale, che mi sono fatto leggendo i giornali.
Esselunga in Borsa? Se fosse vero, sarei anche contento: nel senso che la Borsa, in generale su casi come questo, può garantire una stabilità societaria che altrimenti non c'è. In ogni caso, sul piano pratico prendo atto di quel che è stato comunicato e- rimarca Turrini- lo giudico positivamente'.
Ma perchè l'operazione Esselunga in Borsa potrebbe non andare in porto? Continua Turrini: 'Non lo so, è una sensazione che ho conoscendo l'esperienza del fondatore di Esselunga, che ha sempre considerato la Borsa come un posto dove non andare'. Ragiona ancora, allora, il numero uno delle coop di consumo: 'La Borsa determina nuove regole e comporta una vigilanza sulle stesse regole del mercato. In Borsa non c'e' piu' la societa' 'di qualcuno', c'e' una nuova governance interna. Certo- riconosce Turrini- Esselunga ha fior di amministratori, è una signora azienda, il retail italiano più performante, produce profittabilità e cassa'.
È in questo quadro, 'sicuramente', che 'un processo che riguarda il mercato borsistico comporterebbe una trasformazione importante della società'.