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'Un venerdì nero, quello del 30 ottobre, per i 10 lavoratori di Meccanica Faro di Maranello che si sono sentiti annunciare il loro licenziamento. Meccanica Faro è una nota azienda di carpenteria con sede a Maranello in via Nuvolari, con lavoratori di alta professionalità e con anzianità, per alcuni di loro, di quasi 30 anni. Nonostante il momento difficile è un’azienda che ha sempre lavorato, infatti quando il mese scorso il titolare ha ufficializzato la vendita del capannone alla nota casa automobilistica Ferrari Spa, alle organizzazioni sindacali ed ai lavoratori aveva dato ampie rassicurazioni prospettando il trasferimento in un capannone a Formigine e che questa scelta non avrebbe modificato la prospettiva aziendale. Questo lo scenario fino a venerdì 30 ottobre quando, invece, il titolare senza spiegazioni ulteriori si è presentato a fine turno dai lavoratori comunicandogli che dal lunedì successivo gli addetti alla produzione sarebbero stati posti in cassa integrazione, finita la quale, sarebbero stati licenziati'.
A darne notizia sono la Cgil e la Cisl di Formigine.
'Riteniamo tale scelta scellerata e senza senso. 10 lavoratori e relative famiglie si trovano con l’unica prospettiva di perdere il lavoro senza alcun motivo plausibile. Situazione simile alla nota vertenza della Tetra Acciai di Modena dove il titolare da un giorno all’altro vende prima il capannone e poi decide di chiudere le produzioni lasciando a piedi i lavoratori, a cui va la piena solidarietà dei lavoratori di Meccanica Faro - continuano Cgil e Cisl -. Già lunedì 2 novembre i lavoratori si sono presentati davanti alla fabbrica insieme ai sindacati per avere risposte che ancora però non sono arrivate e per questo mercoledì 11 novembre è fissato un incontro con la Direzione aziendale. I sindacati Fiom Cgil e Fim Cisl auspicano che in quell’incontro possa esserci un ripensamento della proprietà, in caso contrario anticipano fin da ora che, insieme ai lavoratori, si metteranno in campo tutte le azioni di lotta che saranno necessarie per garantire la continuità produttiva e occupazionale'.
Redazione Pressa
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