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Il generale Mario Mori, l’uomo che guidò il Ros che il 15 gennaio del ‘93 arrestò Riina, l’uomo assolto nel processo per la presunta ritardata perquisizione del covo di Riina stesso, l’uomo assolto in via definitiva (insieme al colonnello Mauro Obinu riabilitato completamente dopo una gogna durata anni) nel processo sul favoreggiamento della latitanza di Provenzano, definito in modo spregiativo e irridente in questi termini: ‘Mi chiedo cosa possa insegnare sull’etica questo signore’.
Lo sprezzante giudizio arriva dall’ex senatore Pd Stefano Vaccari (per qualche giorno ancora componente della commissione Antimafia). Vaccari - il parlamentare definito ‘giovanotto che non si consulta con gli amici’ in una famosa intercettazione - in un impeto giustizialista attacca duramente la Camera Penale di Modena (l’associazione degli avvocati penalisti) colpevole di avere invitato domani lo stesso Mori e il colonnello Giuseppe De Donno per un incontro su criminalità e terrorismo.
Mori è imputato nel processo ancora in corso a Palermo sulla trattativa Stato-mafia, un processo per il quale Vaccari si eleva già a giudice. E la condanna è durissima: divieto di parola per Mori e De Donno. E chi se ne frega delle assoluzioni precedenti. L’importante è dar voce (finché ancora si ha la sedia) al proprio elettorato di riferimento. O presunto tale.
‘Mi chiedo cosa possano insegnare sull’etica questi due signori? Solo nel gennaio scorso, nel corso del processo sulla trattativa tra pezzi dello Stato e Cosa nostra, l’accusa ha chiesto condanne pesanti per Mori e De Donno - scrive un inflessibile Vaccari -. A queste condizioni, già sarebbe stato preoccupante chiamarli a parlare di criminalità organizzata tout court, ma che addirittura garantiscano l’acquisizione di crediti “etici” sembra stridente con il buon senso.
Nessuno li condanna preventivamente sulla base delle richieste del PM nel processo, ma questo non giustifica nemmeno assolverli altrettanto in via preventiva con comparsate pubbliche nel Paese, prima a Palermo poi a Modena. La strategia è chiara ed è preoccupante. La scelta poteva cadere su ben altre figure anche modenesi in grado di garantire quanto previsto dal corso. Mi auguro almeno che, in un sussulto di orgoglio, non ci sia grande partecipazione tra i penalisti modenesi’. Parole che si commentano da sole.
Per Libera, per una fetta di mondo politico, per Vaccari ovviamente, Mori e De Donno sono già colpevoli. Non importa siano stati servitori di quello Stato che ha consentito anche a Vaccari di essere per 5 anni in Parlamento, non importa Mori non sia mai stato condannato per nulla sinora, non importa perché un processo a Palermo (processo che ad esempio ha visto la distruzione delle intercettazioni che riguardavano l’ex presidente Napolitano) ipotizza una tesi (sostenuta dal Pm guru antimafia Di Matteo) che vedrebbe coinvolto lo stesso Mori. In quel processo Libera si è costituita parte civile. Ovviamente. E allora la condanna pare essere già scritta. Poi come andrà il processo si vedrà. Funziona così. Funziona così in un paese dove i buoni, per essere considerati buoni, pare debbano avere la spilla che solo gli autonominati sacerdoti dell’antimafia possono piantare sul petto dei loro beniamini.
Giuseppe Leonelli
Redazione Pressa
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