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A liste chiuse, a nomi depositati, a giochi in parte già fatti (perchè con questa legge elettorale è possibile sapere in anticipo i profili di molti di coloro che verranno eletti il 4 marzo) è tempo delle analisi e dei commenti. Nel modenese tante riflessioni si possono e si potranno fare in questo mese di campagna elettorale. Ci si può soffermare sui 'paracadutati' Pd (Lorenzin in primis), sulle ripicche di Richetti e sulla esclusione della convertita Maletti, si può fotografare una Forza Italia legata al nome di Sgarbi, la miracolosa fortuna accorsa alla moglie di Adolfo Morandi, la delusione della giovane Valentina Mazzacurati e si può descrivere la Lega Nord il cui padre-padrone a Modena è il reggiano Vinci.
Questo e tanto altro si può raccontare. Lo faremo. Ma per iniziare un dettaglio, un apparente dettaglio.
In realtà si tratta di una storia bella e triste. Triste come tutte le storie belle. Bella come quelle storie di cui la politica e tutti gli uomini hanno bisogno. Quelle delle quali tutti vorrebbero essere protagonisti, ma che pochissimi hanno il coraggio di incarnare. Una di quelle storie dove il buono perde. Senza rivincite.
E' la storia di un 56enne triestino, dirigente di partito, dal volto austero, dai capelli sottili e composti e dalla erre assente. Gianni Cuperlo.
Ex candidato alle primarie per la segreteria Pd contro Renzi, ex presidente del Pd, Cuperlo ha deciso di non accettare la candidatura propostagli dal suo partito in un collegio sicuro. A Sassuolo. Cuperlo ha detto 'no' all'obiettivo di ogni politico, alla meta per la quale molti farebbero (e fanno) ogni cosa, il traguardo, la poltrona dorata da 10 e passa mila euro al mese per la quale si tradisce, si calpesta se stessi, si buttano a mare amici e si rinnegano ideali.
Cuperlo ha detto no per principio, perchè (come ha spiegato) a Sassuolo voleva 'ci fosse una candidata o un candidato che di quei luoghi si senta parte. Molto più di me. Come è giusto che sia'.
Una rinuncia vera, non come quella opportunista di chi sa di essere trombato e vuole salvarsi all'ultimo (si pensi alla rinuncia telecomandata di Bortolamasi che già sapeva non sarebbe stato in lista). E ora si dica che Cuperlo ha scelto così per il bene della corrente interna di opposizione o perchè prepara l'approdo in Art1 o perchè gli è stato assicurato chissà cosa. Ma un dato resta: in poche ore questo uomo schivo e dal volto affilato ha deciso di rinunciare a quello a cui nessun politico avrebbe rinunciato.
Una follia.
Follia doppia, se si considera come è andata a finire. Il Pd di Renzi ha accettato la rinuncia e non solo non ha accolto l'invito di Cuperlo a candidare a Sassuolo un modenese, ma ha sfruttato questo sacrificio personale in nome di un ideale per risolvere una bega interna e piazzare il ministro De Vincenti (che proprio giovedì sarà a Sassuolo per fingersi amante di un territorio del quale, da romano, non sa nulla).
'Cuperlo ha appreso in diretta della candidatura, mi ha chiesto se i compagni di Modena ne sapessero qualcosa, il resto l'ha fatto lui comunicandocelo a decisione presa. Una persona di una volta, direbbero a Soliera' - ha scritto a riguardo il deputato uscente Davide Baruffi. E' così. Senza rivincite, senza finali a sorpresa: il buono (certo, non l'eroe perchè gli eroi sono altri) che perde e l'arrivista che vince. Una storia bella e triste.
Triste come solo le storie belle sanno essere.
Giuseppe Leonelli
Giuseppe Leonelli
Direttore responsabile della Pressa.it.
Nato a Pavullo nel 1980, ha collaborato alla Gazzetta di Modena e lavorato al Resto del Carlino nelle redazioni di Modena e Rimini. E' stato .. Continua >>