Da anni Lapressa.it offre una informazione libera e indipendente ai suoi lettori senza nessun tipo di contributo pubblico. La pubblicità dei privati copre parte dei costi, ma non è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge, e ci segue, di darci, se crede, un contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di
modenesi ed emiliano-romagnoli che ci leggono quotidianamente, è fondamentale.
Il vero obiettivo per il centrodestra, a un anno dalle elezioni amministrative a Modena, vera roccaforte nazionale Pd finora inscalfibile insieme a Reggio Emilia, sarebbe quello di costruire una rete alternativa, in termini politico-partitici e nei rapporti con la società civile, in grado di rappresentare una proposta credibile agli occhi degli elettori. Un percorso certamente arduo e che appare lontano dal materializzarsi, così per supplire a questo deficit è iniziata - a dire il vero un po' in anticipo - la corsa al nome del candidato sindaco. Insomma per ora la si butta sui nomi e poi sul progetto si vedrà...
Ebbene, il profilo su cui da settimane si sta concentrando il dibattito è quello del presidente uscente della Fondazione di Modena, Paolo Cavicchioli. 54 anni, ingegnere informatico e imprenditore, Cavicchioli si è distinto nei suoi due mandati alla guida della Fondazione per un approccio spesso conflittuale con Giancarlo Muzzarelli.
Storia personale da sempre vicina al centrodestra, fedelissimo della Curva Gialloblu, la sua nomina in Fondazione era stata interpretata otto anni fa come una apertura dello stesso Muzzarelli a mondi non strettamente ascrivibili al centrosinistra. Il problema, per il Pd, è che la Fondazione nel tempo e con la progressiva difficoltà economica dei bilanci dei Comuni, ha assunto un ruolo sempre più determinante in ottica economica ed evidentemente colui che ha tenuto i cordoni di una così importante cassaforte del Comune ha assunto rilevanza, visibilità e potere.
Ora questo potere Cavicchioli potrebbe spenderlo in termini politici. Il punto è che egli, da imprenditore, potrebbe accettare il corteggiamento del centrodestra solo di fronte a un progetto in grado di avere qualche chance concreta di vittoria, mentre il centrodestra - utilitaristicamente - potrebbe candidarlo solo se immaginasse di ottenere non solo l'etichetta col suo nome stampato in maiuscolo font Bodoni, ma una dote politica da strappare al centrosinistra.
Insomma, a ben vedere un gatto che si morde la coda e quindi difficilmente questa strada sarà percorribile. Del resto l'uscita anticipata del nome non gioca a favore del diretto interessato e in realtà potrebbe essere una mossa del deus ex machina Fratelli d'Italia per 'bruciare' un profilo più gradito a Lega e Forza Italia, e puntare su un candidato di bandiera.
Eppure è bastato lo spauracchio di una candidatura di livello per agitare il centrosinistra. Quello di Cavicchioli sarebbe infatti un nome temuto e non poco dal Pd che, dal canto suo, finora ha giocato solo in difesa tanto è vero che i nomi dei candidati possibili emersi sinora non sono certo di caratura extraprovinciale. Così per arginare il rischio di quello che viene vissuto (a torto o a ragione) come uno scippo, la corazzata Pd sarebbe pronta ad alzare la posta e offrire a Paolo Cavicchioli un incarico di livello. Non quello di sindaco, sia chiaro (Muzzarelli in primis non accetterebbe mai una staffetta simile), ma i posti di prestigio da proporre al centrosinistra modenese, finchè permane la continuità di potere quasi 80ennale nella nostra provincia, non mancano di certo.
Giuseppe Leonelli
Redazione Pressa
La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, .. Continua >>