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Voto su agrivoltaico, per il sindaco Carpi è un trampolino di lancio

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Ecco perché Righi s’è imbarcato in un’avventura nella quale di certo non si sarebbe mai imbarcato


Voto su agrivoltaico, per il sindaco Carpi è un trampolino di lancio
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La mossa del cavallo di Riccardo Righi ci ha stupiti, va detto. Capita molto raramente di vedere un Sindaco smentire la propria amministrazione per fini politici. E cassare così clamorosamente una delibera proposta dagli uffici come atto tecnico dovuto. Una delibera costruita, illustrata e perorata dall’assessore forse più vicino al Sindaco: quell’Alessandro di Loreto proveniente da Amo, espressione della lista civica Carpi a Colori di Marco Nonno Pep, scudiero e vero mentore occulto di Righi. Stupendo prima di tutti la platea di cittadini riunitisi davanti al Comune per protestare contro l’agrivoltaico selvaggio, e poi saliti in sala consiliare per seguire un dibattito fino a quel momento tutto sommato noioso nella sua scontatezza. Stupendo, ma solo a posteriori, la consigliera di Fratelli D’Italia Annalisa Arletti.

Partita per colpire ma costretta oggi a abbozzare un intervento di facciata, come già commentato su queste colonne. Dopo che il Sindaco, così facendo, le ha tolto ogni possibilità di polemica, rubato completamente la scena politica e portato a casa simpatie e appoggi dei comitati tutti. E stupendo anche larga parte della propria maggioranza, a partire dall’ex collega Marco Truzzi del PD che tanto s’era esposto per la delibera.

Ma perché Righi s’è imbarcato in un’avventura nella quale di certo non si sarebbe mai imbarcato il suo predecessore Alberto Bellelli? Che in una situazione del genere sarebbe partito con un bobcat per andare di persona a scavare per posare l’elettrodotto, altro che opporsi.

I motivi sono due. Da un lato c’è la scappatoia legale, espressa chiaramente dalla sua assistente social Cecilia Caliumi su Facebook.
Dove si legge che “comunque, i livelli sovraordinati potranno superare una posizione contraria del Consiglio”. Come a dire: sappiate che ci siamo già informati e qualcuno pronto per correggere la stortura c’è già. In realtà non è proprio così, perché per consolidata giurisprudenza i vincoli di esproprio per pubblica utilità sono comunque di competenza del Consiglio Comunale. Che in questo caso sarà presto chiamato di nuovo a esprimersi sulla questione. Con Righi che però potrà dire “è la conferenza dei servizi che ce lo chiede”, “è la Regione che ce lo chiede”, “è l’Europa che ce lo chiede”.

Poi c’è l’aspetto personalistico. Perché Righi, a differenza dei predecessori, non vede Carpi come un punto d’arrivo e non cerca di svolgere il compitino alla ricerca di un facile prepensionamento garantito dal PD. Ma vede Carpi come un trampolino di lancio in ottica nazionale. Per questo ci dice che con la sua forzatura politica vuole “far partire un cambiamento” e sta chiedendo al Governo nemico di “modificare una legge che toglie agli enti locali la propria autonomia, per permettere ai Comuni (tutti) di governare davvero le transizioni ecologiche”.

E poco conta che altri comuni, come Sant’Ilario D’Enza, il fotovoltaico l’abbiano già bloccato con azioni concrete già supportate dal Tar, mentre lui magari manco lo farà davvero. L’importante è che per qualche settimana si parlerà solo di questo gesto. Con buona pace dei meloniani e del PD locale, costretti ancora una volta a inseguire abbozzando.
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Dietro allo pseudonimo Magath un noto personaggio modenese che racconterà una Modena senza filtri. La responsabilità di quanto pubblicato da Magath ricade solo sul direttore della te..   Continua >>


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