I beni sottoposti a vincolo sono risultati nella disponibilità di un’imprenditrice di origine emiliana in misura palesemente sproporzionata rispetto alle proprie esigue fonti reddituali “ufficiali”. La donna è stata condannata in via definita, a vario titolo, nel corso degli anni, per la perpetrazione di molteplici reati in diverse località del territorio nazionale.

Il provvedimento di sequestro eseguito dai militari del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria Bologna segna l’epilogo di articolate e complesse indagini dirette dalla Procura della Repubblica di Reggio Emilia, originate dallo screening per l’individuazione di soggetti potenzialmente destinatari di misure di prevenzione patrimoniali ai sensi del Codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione.
Gli investigatori hanno documentato l’esistenza di un complesso di società - formalmente intestate a soggetti compiacenti ma di fatto “gestite” dall’imprenditrice e dai suoi due figli - strumentalmente utilizzate allo scopo di ottenere finanziamenti bancari anche garantiti dallo Stato, che, una volta accreditati, sono stati destinati esclusivamente al soddisfacimento di significative esigenze personali e del nucleo familiare.

L’azione operativa eseguita ha consentito di assicurare allo Stato 38 beni immobili, tra fabbricati e terreni siti nelle province di Reggio Emilia, Modena, Rimini, Milano, Lodi e Padova, 5 autoveicoli, 94 rapporti bancari attivi, 12 quote di partecipazione societarie, 147.200 euro in contanti, 19 orologi di altissimo pregio e preziosi, per un valore complessivo di oltre 36,5 milioni di euro.