Modena, sfruttamento prostituzione: sgominate due bande di albanesi
Proventi da 180 mila euro al mese e centinaia di clienti. Le donne dell'est operavano sull'asse della via Emilia
Arresti in esecuzione dell'ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip Eleonora Pirillo a carico di 12 albanesi: sono ritenuti responsabili a vario titolo di reati che vanno dal tentato omicidio al favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione, fino alla cessione di sostanze stupefacenti, in particolare nella zona est di Modena. L'operazione, condotta dalla Squadra Mobile e diretta dal sostituto procuratore Pasquale Mazzei, e' stata innescata dalla vicenda della sparatoria tra due auto in via Emilia Est, proprio nella localita' Fossalta, il 5 aprile dell'anno scorso. Qui il titolare di un negozio di attrezzi per il giardinaggio aveva trovato, all'apertura mattutina, la serranda bucata da spari. Le indagini della Polizia avevano fatto rinvenire, sul posto, tre bossoli. Nelle immagini della telecamere di videosorveglianza, udibili anche gli spari. Da subito era emersa la pista del regolamento di conti e dello scontro tra bande rivali nel mercato dello spaccio di droga o della prostituzione. Ipotesi confermate
I componenti della banda gestivano il traffico e l'attività di strada delle donne fatte arrivare in Italia ed ospitate negli appartamenti passate al setaccio questa mattina dagli agenti. Qui le donne, che venivano rimpiazzate nel momento in cui per vari motivi, alcune riuscivano ad uscire dal giro, trovavano anche il luogo in cui prostituirsi a decine di clienti che ogni sera le adescavano sulla strada, sulla via Emilia soprattutto, nel tratto ormai noto ad est che collega Rubiera all'ingresso in città. Stessa cosa, sul tratto ovest, verso Castelfranco. Persone senza scrupoli che obbligavano le donne alla prostituzione ricorrendo anche alla violenza, 'inconsapevoli - ha affermato il capo della Squadra Mobile di Modena Salvatore Blasco - di commettere reati'. 'Nel blitz e negli arresti di questa mattina, si sono mostrati stupiti del nostro arrivo e del nostro intervento'
Ora i 12, parte di un gruppo piu' ampio scisso per la spartizione criminale del territorio nell'ambito di una lotta tra bande, sono in carcere ma fino a ieri, dettagliano gli investigatori, operavano col loro traffico in via Emilia Est dall'altezza della tangenziale, fino alle porte di Castelfranco. A quanto risulta, nessuno degli sfruttatori e nessuna delle sfruttate era in possesso di permesso di soggiorno: tutti usavano i 90 giorni garantiti dal visto turistico per poi rientrare nel Paese d'origine, alla scadenza del periodo, e ritornare in Italia dopo soli tre-quattro giorni.
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