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Sono passati 7 anni. Il 19 gennaio 2014 la rottura dell'argine del Secchia all'altezza di San Matteo mandò sott'acqua i Comuni di Bastiglia e Bomporto lasciando per giorni le famiglie prigioniere nelle proprie abitazioni e lasciando ovunque fango e distruzione.
Oggi la Bassa Modenese celebra l’anniversario dell’incapacità politica della Regione Emilia Romagna: sono passati sette anni dal disastro del Secchia e praticamente nulla è stato fatto. L’unica sostanziale differenza è che grazie ai comitati cittadini - notoriamente Comitato Arginiamo, Comitato Secchia, Comitato Salute Ambientale di Campogalliano, Comitato Respiriamo Aria Pulita di Modena e, forse prossimamente anche, Comitato Nonantola - oggi l’opinione pubblica ha preso coscienza della situazione di altissimo pericolo latente della bomba ad orologeria rappresentata dal nostro nodo idraulico: una bomba destinata ad esplodere per un nonnulla, come una combinazione di normale pioggia invernale associata da un apporto importante d’acqua proveniente da un disgelo in montagna.
E per favore, per favore, piantatela di dare la colpa al cambiamento ambientale: il cambiamento ambientale c’è, lo sappiamo bene, ma il vostro comportamento equivale a dare la colpa di un incidente automobilistico al fondo stradale quando l’auto aveva già di suo l’impianto frenante completamente fuori uso. I cittadini - terrorizzati, avete capito bene? Terrorizzati - che vivono nei comuni rivieraschi a rischio esondazione, grazie ai comitati cittadini ormai hanno capito che cos’è il parametro del Tempo di Ritorno; hanno capito bene che la comunità scientifica internazionale preconizza un TR200 per una messa in sicurezza ottimale, contro un miserabile TR20 a cui sono dichiaratamente improntate le opere infrastrutturali territoriali realizzate da AIPO su patrocinio della Regione Emilia Romagna.
I cittadini terrorizzati, che guardano tutti i giorni un cielo carico di pioggia ringraziando in cuor loro che la cataratta si è ancora una volta riversata altrove, sanno benissimo che ancora oggi dopo sette lunghissimi anni in cui tanto, ma tanto davvero si sarebbe potuto realizzare per la loro sicurezza se solo avessero avuto dei governatori responsabili, sanno di poter contare con sicurezza solo sulla fortuna: un po’ come se attraversi la strada ad occhi chiusi e poi ringrazi il cielo di averti protetto, ma in cuor tuo sai che la domanda non è se ti capiterà di essere falciato via, ma quando sarai falciato via.
Ma tant’è, i nostri governatori sono bravi a fare questo: parole, parole e ancora parole. Allora, a nome di tutti gli abitanti che non ne possono più di tutto il vostro inutile ambaradan, per favore risparmiateci i milioni di euro che avete stanziato o peggio che stanzierete (ancora a contare sul Recovery Fund? Ma non vi sentite a disagio?) ma diteci solo che cosa avete fatto concretamente. Infine, una domanda a nome di tutti coloro che ci seguono a noi comitati, e vi garantiamo che sono molte miglia (per vostra sfortuna): ma le draghe, le avete vendute? Noi tutti ci chiediamo: possibile che continuate ad alzare gli argini di due fiumi pensili il cui fondo è già pericolosamente molto in alto rispetto alla piazza del paese e non vi sia mai venuto in mente che il fondo va dragato? Dragato!
Vittorio Cajò - Comitato Arginiamo
Redazione Pressa
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