Nessuna risposta ufficiale, nessun avviso pubblico, nessun avviso dalla proprietà. Solo dopo alcune telefonate e ricerche, i residenti hanno scoperto che in quel piccolo appezzamento sarebbe dovuta sorgere una torre per antenna 5G alta 40 metri, commissionata da Vodafone e appaltata alla società Inwit.
Il minuscolo terreno interessato, secondo quanto emerso, era stato dato in affitto da un privato cittadino, residente nella frazione, senza informare né vicini né comunità. La procedura, pur legalmente avviata secondo iter semplificato, non era mai stata condivisa pubblicamente né discussa in sede istituzionale.
Nel giro di 72 ore è nato un comitato civico spontaneo, che ha raccolto l’adesione di 50 famiglie, rappresentando oltre l’80% della popolazione residente. Il comitato si è affidato all’avvocato Simone Mazzoni, dello studio De Vergottini, con l’obiettivo di tutelare i diritti dei cittadini — in particolare la libertà di parola e partecipazione — e per richiedere l’individuazione di una collocazione più idonea per l’installazione dell’antenna.
Il comitato ha fin da subito sottolineato di non essere contrario alla copertura 5G, riconoscendo l’importanza dell’innovazione e della connettività anche nei piccoli centri. Tuttavia, contestano la scelta del sito, a ridosso delle abitazioni, in un’area che presenta alternative abbondanti e più idonee.
Diversi cittadini si sono dichiarati disposti a offrire gratuitamente terreni situati in aree aperte, lontane dal centro abitato, e in posizioni tecnicamente compatibili con la diffusione del segnale.
A completare il quadro, l’intera zona interessata dall’intervento risulta essere soggetta a tutela paesaggistica secondo la Legge Galasso (L. 431/1985), in quanto sottostante al Castello di Montecuccolo, bene storico e simbolico del territorio e fonte di interesse turistica rilevante.
'Ma la vera criticità è emersa successivamente da un’analisi ben più delicata: la prossimità dell’installazione con l’aeroporto “G. Paolucci” di Pavullo nel Frignano, distante appena 1.500 metri in linea d’aria dal sito prescelto. Il “Paolucci” non è un semplice scalo locale. È un aeroporto civile statale aperto al traffico nazionale e internazionale, sede di attività di aviazione generale, protezione civile, elisoccorso, aviazione militare di supporto, oltre a operazioni di addestramento diurno e notturno - spiega oggi il Comitato - Il rischio segnalato dal gestore – il Comune di Pavullo – è concreto: un palo alto 40 metri in una vallata già complicata dal punto di vista orografico, andrebbe a interferire con le rotte di avvicinamento e decollo sulla pista sud.
Così alla fine, grazie alla pressione del comitato e al coinvolgimento delle istituzioni locali, l’intervento è stato bloccato e l’autorizzazione revocata. La decisione è arrivata al termine di un percorso che ha visto coinvolti tecnici, legali, rappresentanti politici e autorità aeroportuali.
'Ora si torni a ragionare con buon senso e rispetto - è il messaggio finale del Comitato 5G Piantacroce -. La tecnologia può e deve convivere con la qualità della vita, la sicurezza e il paesaggio. Ma deve farlo con trasparenza, ascolto e coerenza'.