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Ecco il Bilancio Comune di Carpi: la foto di una città che non c'è più
La Pressa
Pubblichiamo l'intervento integrale letto in Consiglio comunale ieri dal consigliere Pd Mauro D'Orazi: nostalgia per una città cambiata profondamente
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Nella seduta del Consiglio Comunale di ieri, è stato approvato il bilancio di previsione 2025-2027 con i voti favorevoli di Partito Democratico, Carpi a Colori, e AVS - Alleanza Verdi e Sinistra; i voti contrari di Fratelli d’Italia, Lega Carpi, Forza Italia Carpi, Carpi Civica. Nella seduta, sono stati discussi anche altri atti programmatori come il Documento Unico di Programmazione.
'Questo bilancio, che andiamo ad approvare questa sera, garantisce stabilità ai servizi, per qualità e quantità che le cittadine e i cittadini conoscono, e alle progettualità in campo per il futuro, pur in un contesto globale dominato da sfide economiche e sociali, in cui le necessità e i bisogni delle comunità e delle categorie più fragili sono in aumento, e vi sono cali delle entrate che pesano sui Comuni - spiega il sindaco Riccardo Righi -. Oltre ai tagli della spending review sia nel 2024 che nel 2025 per un totale di 450 mila euro, una riduzione del Fondo statale di Solidarietà Comunale, il nostro Comune ha gestito con risorse interne di quasi 200 mila euro il rinnovo dei contratti del pubblico impiego, una spesa giusta ma non sostenuta da adeguati trasferimenti statali. Inoltre, registriamo il mancato introito dei dividendi Aimag per il 2024 e una previsione di contrazione significativa per il 2025. A fronte di questa situazione, abbiamo sostenuto un aumento di trasferimenti per 850.000 euro all’Unione Terre d’Argine, necessari per garantire il mantenimento della qualità e della qualità dei servizi fondamentali offerti, come le politiche educative e scolastiche, e tutti i diversi servizi che offriamo verso persone con fragilità, anziani, minori e le loro famiglie. Dal punto di vista economico, il bilancio preventivo fotografa un ente virtuoso, sia sul piano contabile che su quello dei servizi erogati, e abbiamo operato razionalizzazioni e risparmi interni, intensificando il recupero dell'evasione fiscale. Accanto a questo, si è reso necessario un aumento dell’aliquota Irpef di 0.2%, mantenendo l’esenzione sulle fasce più deboli della popolazione. Una scelta certamente complicata, condivisa con gli altri Comuni delle Terre d’Argine e uniformata ad altre città della provincia e non solo. Sul fronte degli investimenti, la priorità è quella di portare a termine le progettualità legate al PNRR che rappresentano una sfida sia dal punto di vista di tempistiche e anche di gestione, come la nuova palestra polifunzionale e l’avvio di opere pubbliche strategiche già programmate, come il Torrione degli Spagnoli, il completamento della sede dei servizi sociali e il miglioramento sismico di strutture scolastiche. Accanto a questo, rimane centrale il lavoro sulla gestione del verde e della manutenzione della città. Un investimento importante da sottolineare è quello sullo sport, per cui destiniamo quasi 1 milione di euro sul triennio in manutenzione degli impianti sportivi'.
In questo contesto pubblichiamo l'intervento integrale letto in Consiglio comunale ieri dal consigliere Pd Mauro D'Orazi. Un intervento che fotografa, con nostalgia, una città che non c'è più.
Presidente, Colleghi, Sindaco e assessori
Ci troviamo a discutere un bilancio di previsione difficile, così com’è stato evidenziato, ma qualche raggio di luce risplende ugualmente per farci pensare a cose positive. Mi riferisco ad alcuni progetti sul Centro storico di alto valore che sono stati messi in bilancio e che ci auguriamo possono essere realizzati.
Partiamo dal teatro comunale; su di esso ci sono stati numerosi interventi nel corso degli anni; il Comune ha sempre dedicato risorse alla sua cura e manutenzione; negli ultimi tempi, dopo il terremoto, si è provveduto a sistemare il tetto che si era danneggiato e a vari consolidamenti. Rimangono oggi da portare a compimento le ultime opere di consolidamento di una parte del ridotto e dell’ultima sala a sud ovest, nell’ angolo proprio quella sopra il Caffè Teatro. Recuperare pienamente il ridotto del teatro e le sale adiacenti ci consentiranno di avere un luogo di alta rappresentanza, prestigio e onore della nostra città. La location è davvero affascinante e suggestiva: si entra dalla scaletta laterale, poi si ha accesso alla prima sala dove sono conservate sculture e quadri dell’ “Eredità Degoli”, oltre all’antico tavolo della giunta comunale ben recuperato; si passa poi alla splendida sala ellittica Ridotto con lo splendido pavimento veneziano, decorazioni e affreschi e una magnifica veduta sulla piazza e il suo portico. Infine si arriva all’ultima sala che potrà essere messa al servizio del Ridotto stesso. Dopo il consolidamento e la sistemazione si potranno prevedere, come in passato, presentazioni di eventi, attività culturali, matrimoni in una cornice deliziosa e di grande prestigio
Sotto all’ultima sala del Ridotto si trova il nostro amato e negletto Caffè del Teatro. Una ferita aperta dal 2016 e che non ha ancora trovato una soluzione, ma che oggi finalmente vede concrete possibilità di una possibile riapertura. Presso il Caffè Teatro ho passato decenni di vita, frequentato amicizie e conoscenze, trascorso bei momenti indimenticabili.
Il Caffè Teatro era un locale interclassista aperto a tutti. Il bar Roma era per i fighetti, per i nuovi vecchi ricchi, per i magliai, il bar Armani per i giocatori di biliardo, il vecchio bar Dorando era per gli sportivi per i tifosi della AC Carpi. Il bar Milano era per i comunisti, i socialisti erano al Centrale, oggi vicino al nostro nonno Peppe. I democristiani erano al Club del Corso.
Il Caffè Teatro è stato per tanti anni il bar dei mediatori, finché con l’aperta e rivoluzionaria gestione di Vittorio Garzon non fu trasformato in un bar per giovani e meno giovani, coi connotati di una forte carpigianità d’origine o acquisita. La frequentazione a quel punto divenne aperta a tutte le classi sociali: ricchi, poveri, industriali, operai, ambulanti, artigiani, nullafacenti, giocatori da soldi, conta balle, studenti… destra o sinistra non erano elementi di particolari problematiche. La bellezza di questo locale è che potevi arrivare in qualsiasi momento e ti sedevi tranquillamente a un tavolo con chi c’era; d’estate a mano a mano che arrivavamo il tavolo esterno veniva allungato. Ci trovavamo lì per il caffè, a bere, mangiare parlare, ridere fino a tarda notte. Non di rado Vittorio a ora tardissima chiudeva il portone e lì sì che rimanevano solo personaggi scelti e particolari … Sindaco, Pretore… a giocare a carte fino all’alba.
La conduzione del locale si è poi in seguito più raffinata con l’arrivo del duo Romano e Gigi che venendo da Milano hanno contribuito a sprovincializzare un pochino Carpi, sia col raffinato menù, sia con spettacoli e feste estive (qui si ebbe la prima esibizione di Drag Queen). Tutte cose per Carpi non cosa di poco conto dal punto di vista della novità.
Il prestigio del locale è poi ulteriormente proseguito; con l’ultimo gestore Vincenzo il Caffè Teatro era diventato un ristorante estremamente di qualità e la gente veniva volentieri, anche da fuori Carpi, per sedersi d’estate fuori coi tavolini, facendo spettatori a un tramonto bellissimo sulla piazza meravigliosa e sui lunghi corsi che si stagliavano verso l’orizzonte a est, dove il sole lentamente tramontava; una visione davvero stupenda che richiamava tanta gente e portava un benessere complessivo al nostro centro storico.
Purtroppo nel 2016 ci fu la gara per rinnovo della concessione; il gestore uscente per motivi di errori nella procedura non poté vincere. Si poi sono susseguiti nel corso degli anni vari bandi e due assegnazioni. Purtroppo però i tempi erano cambiati, le norme da rispettare erano diventate estremamente cogenti, restrittive e negativamente persecutorie. I vincitori prima uno e poi l’altro si sono trovati di fronte a delle situazioni burocratiche insuperabili.
Vincoli della Sovrintendenza, prescrizioni dell’Azienda Usl, criteri di sicurezza, obblighi sempre crescenti per norme comunale … praticamente i vincitori si sono trovati nell’impossibilità di aprire un locale, che potesse essere adeguato negli spazi e alle ingenti spese che avrebbero dovuto sostenere. Pertanto, come dicevo, l’uno dopo l’altro, hanno gettato la spugna e mestamente hanno rinunciato, perdendo tempo e denaro. Cosa bisognava fare? L’unica soluzione forse possibile era ed è quella che finalmente viene prevista oggi. Preso atto di tutti i vincoli e limitazioni che non consentiranno mai più di avere un caffè Teatro come prima (dato di fondo e di base) sarà lo stesso Comune a completare la ristrutturazione, spingendola al massimo del consentito dalle norme vigenti. Dopodiché si potrà fare un bando molto molto chiaro che e consentirà ai concorrenti di capire esattamente l’impegno finanziario loro richiesto, in diretto rapporto al tipo di bar che potrà essere messo in opera.
Ricordiamoci anche che il Caffè Teatro è al servizio in primis del teatro e dei suoi spettatori e che quindi dovrà essere aperto durante le rappresentazioni al servizio del pubblico.
Fatti tutti questi calcoli, chi parteciperà avrà un quadro nettamente chiaro dell’avventura che si troverà ad affrontare, senza farsi illusioni di possibilità di spazi e dehors che oggi non esistono più e non potranno più esistere.
È una scommessa sul futuro. Il sindaco in persona si è impegnato in prima persona; ci si augura che ci possa essere una volta ultimati i lavori un’adeguata risposta di interesse alla gara. Il Sindaco fin dal suo insediamento, si è attivato per individuare una soluzione che consentisse di iniziare quanto prima i lavori strutturali e allo stesso tempo, per giungere poi ad affidare tramite bando pubblico la futura gestione. Sarà assolutamente essenziale predisporre un bando e una successiva convenzione che sia chiara con ciò che il nuovo gestore potrà fare, ma soprattutto con ciò che NON dovrà fare. E visto che ci siamo, suggerisco caldamente di inserire nella convenzione anche la possibilità diretta di servizio al Comune in caso di inaugurazioni, iniziative culturali e di rappresentanza, di presentazioni di programmi ed eventi. Parlo di rinfreschi e ristorazioni veloci. Lo stesso potrebbe valere per le lunghe sedute di consiglio comune e di unione.
Tra qualche settimana dunque potrà partire il progetto per iniziare gli interventi di sistemazione degli interni e degli impianti, così che al futuro gestore resteranno in carico “solo” le attrezzature e gli arredi. In ogni caso l’auspicata riapertura del Caffè Teatro sarà un momento qualificante per il nostro centro storico e in particolare per la piazza, troppo spesso deserta e abbandonata a se stessa; quindi mi auguro che i lavori possono partire al più presto e possano essere conclusi entro l’anno.
Passiamo al Torrione degli spagnoli.
Come sapete il centro storico di Carpi col suo castello rinascimentale, la sagra la torre, le due grandi piazze, Castelvecchio (e voglio anche aggiungere oggi la biblioteca Loria) sono un patrimonio storico e architettonico di eccezionale valenza. Mi è capitato molto spesso di sentire commenti di turisti di ammirazione e meraviglia di fronte a queste bellezze e in veste di pedante braghero di dare informazioni storiche pertinenti.
Ebbene, troviamo fra le varie previsioni anche un ulteriore avanzamento dei lavori per il recupero del Torrione degli spagnoli. Non vi faccio tutta la storia, ma rammento le notizie degli ultimi decenni; partiamo dall’inizio del novecento, dove al piano terra uno stanzone veniva utilizzato rifugio-calore e messo a disposizione dei Carpigiani poveri durante gli allora durissimi periodi invernali.
Il Torrione ha accolto poi dagli anni ’10 la biblioteca comunale, che occupava anche verso nord gli appartamenti del vescovo Benincasa; è stato sede della Pretura e anche sempre piano terra nella sezione pacchi delle Poste.
Il suo utilizzo ha quindi destinazioni varie spesso approssimative, che non hanno valorizzato queste mura di antica storia.
Poi piano piano le cose hanno cominciato a prendere il giusto verso;
è andata via la pretura, là dove adesso c’è la pieve,
è andata via la biblioteca per trasformarsi in quel gioiello che è la Loria,
è stato chiuso sempre a piano terra l’antico e squallido pisciatoio, che dava su Piazza Martiri, dove qualche sconsiderato giovinastro lanciava i petardi che rimbombavano spaventosamente nell’angusto e crepuscolare locale, ciò al crudele insano scopo di spaventare i vecchietti in tabarro che adempivano alle loro funzioni fisiologiche.
E allora era facile sentire rabbiosi improperi del tipo: “Ch a vèggna mìlla asidèint! Ragastaas! Delinquèint!” Frasi che rendevano ancora più spassosa e divertente l’atto di ardimento irrispettoso appena compiuto.
Dopo il terremoto del 2012, si è avviata una progressiva opera di recupero ampio e scientifico che è cominciata dall’ultimo piano pericolante:
Il tetto è stato rifatto con maestria con imponenti capriate in legno, tutte le finestre a merlo sono state attrezzate e chiuse.
Via via con gli anni ci sono stati vari step di avanzamento con l’abbattimento di numerose superfetazioni interne, con il recupero di importanti e affascinanti affreschi, eccetera. I cittadini Carpigiani hanno potuto seguire l’avanzamento dei lavori in interessanti visite guidate che mettevano in evidenza i brillanti risultati raggiunti.
Si tratta ora di proseguire nell’opera di recupero per attuare l’ambizioso e bellissimo progetto finale di fruizione al pubblico del Torrione e attuare la revisione del percorso museale, che vedrà l’ingresso del museo civico proprio dal Torrione.
Tutto ciò in futuro ci darà la possibilità di aumentare l’attrattiva del nostro Centro storico, che sarà ancora di maggiore interesse per i turisti e visitatori.
L’intervento a bilancio, pertanto è da considerarsi una previsione molto importante verso il raggiungimento in un prossimo futuro di questi obiettivi.
Mauro D’Orazi
Magath Ing
Dietro allo pseudonimo Magath un noto personaggio modenese che racconterà una Modena senza filtri. La responsabilità di quanto pubblicato da Magath ricade solo sul direttore della te..
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