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'Fuga dal Consiglio di Carpi, i verbali smascherano il racconto di Fdi'

'Fuga dal Consiglio di Carpi, i verbali smascherano il racconto di Fdi'

Il Pd: 'Ancora più grave che simili atteggiamenti provengano proprio da chi, come Arletti, ricopre anche un incarico a livello regionale'


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'Ricapitoliamo: giovedì sera, alle 22.20, conclusa la discussione su una mozione, il presidente del Consiglio comunale Artioli ha chiesto ai gruppi se procedere con l’ultimo punto all’ordine del giorno. Fratelli d’Italia ha dichiarato che per loro era tardi (dopo poco più di due ore di lavori). Il Partito Democratico ha risposto lasciando la parola al proponente della mozione, il consigliere De Rosa di Forza Italia, che ha espresso il desiderio di discuterla. A quel punto, il presidente ha fatto ciò che era doveroso: dare seguito a una richiesta legittima. È stato allora che Fratelli d’Italia ha deciso di abbandonare l’aula, con una protesta improvvisata che nessuno ha compreso, ma che ha lasciato perplessi molti consiglieri. A esprimere rammarico sono stati esponenti di tutti i gruppi: Carpi Civica, Carpi a Colori, AVS, Lega, lo stesso De Rosa e il sindaco'. Così in una nota Daniela Depietri, segretaria del Pd di Carpi, sulla fuga di Fdi dal Consiglio comunale di Carpi. Una ricostruzione smentita dai meloniani che hanno puntato il dito contro il Pd, ma che è confermata dal video della seduta (sotto).
'Vale la pena ricordare che la mozione discussa e approvata in loro assenza era una proposta di Forza Italia, dunque non certo un’istanza della maggioranza, ma un’iniziativa che ha trovato ascolto e spazio all’interno del Consiglio.
Stando così le cose, difficile sostenere che il presidente abbia favorito la maggioranza o che manchi attenzione verso le minoranze'.
'Anzi, negli ultimi mesi sono state approvate diverse mozioni proposte da Forza Italia e Carpi Civica. La verità è semplice: quando ci sono idee sensate e proposte concrete, la maggioranza è pronta ad ascoltare. Forse Fratelli d’Italia dovrebbe interrogarsi sul motivo per cui questo non accade con le sue iniziative, invece di lamentare finti favoritismi o inesistenti discriminazioni. Colpisce anche il comportamento degli altri consiglieri di FdI, che senza alcuna riflessione hanno seguito la capogruppo Annalisa Arletti, alzandosi all’unisono come soldatini. È il riflesso di un partito in cui il dissenso non ha cittadinanza e le decisioni si prendono in alto per essere semplicemente eseguite in basso. Ed è ancora più grave che simili atteggiamenti provengano proprio da chi, come Arletti, ricopre anche un incarico a livello regionale. E forse c’è un’altra spiegazione. Se Fratelli d’Italia, oggi al governo nazionale, è abituata a comandare senza aprirsi mai a un reale confronto con le opposizioni, è comprensibile che non si trovi a proprio agio in un luogo – come il Consiglio comunale di Carpi – dove il confronto democratico è ancora vivo, rispettato e valorizzato.
Ma questo non è un problema della democrazia: è un problema loro. La democrazia non è una messinscena. Il rispetto delle istituzioni si misura con l’impegno, la partecipazione, la responsabilità. Anche – e soprattutto – quando il confronto è più scomodo'.
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