Il futuro di Carpiù E' tutto una scommessa
Anche il vicesindaco Stefania Gasparini ha definito 'una scommessa' la vita commerciale del centro storico cittadino e quella del settore dell'abbigliamento
Entrando nel merito delle 'scommesse' sul nostro futuro prossimo venturo, perchè di questo si tratta, il vice sindaco Gasparini ha ammesso che “i negozi tradizionali o di vicinato hanno perso terreno a favore del food e di una tipologia di commercio più appetibile” (che sono poi la grande distribuzione e i grandi supermercati) e così il centro storico di Carpi langue, è fermo, qualcuno ha detto che si trova “in stato comatoso”, di fronte al quale la Giunta comunale del Pd pare non riuscire ad immaginare, ideare, a proporre interventi concreti come ad esempio sull'ex Mercato coperto chiuso di piazzale Ramazzini, la promessa e sbandierata riqualificazione di Corso Roma, di via Colombo, una utilizzazione della vasta area abbandonata e degradata di viale De Amicis, su piazza Martiri perennemente deserta e non 'sfruttata', così come in una serie di strade del centro storico come le vie Paolo Guaitoli (dove i negozi di un tempo hanno praticamente tutti chiuso), le vie Nova, Rovighi, Berengario, Trento Trieste, Rocca, Costa, Menotti, eccetera.
Ma si tratta di una 'scommessa' anche il rilancio del settore portante della economia locale, quello dell'abbigliamento, settore che fece la fortuna di Carpi per una trentina d'anni e la stessa Gasparini ha ammesso che il 'Progetto Carpi' commissionato lo scorso anno a quattro esperti, è rimasto al momento un 'libro nel cassetto' costato tuttavia al Comune diecimila euro. Che era stato pomposamente annunciato come strumento contenente “proposte per la ripartenza”, ma rimasto appunto un libro nel cassetto dei sogni e che pare si sia limitato a fare la fotografia della situasione esistente. Una situazione purtroppo ben conosciuta dagli imprenditori che hanno dovuto chiudere le aziende, dai dipendenti rimasti senza lavoro, dai sindacati e dalle associazioni di categoria. Sull'Hospice, infine, il presidente della Fondazione Faglioni ha sollevato serie perplessità e, pur riconfermando l'impegno finanziario dell'ente, ha osservato che la collocazione scelta per la struttura nella campagna di San Possidonio non sembra la migliore per le caratteristiche idrogeologiche del luogo in prossimità del fiume Secchia (e di queste cose lui se ne intende) ma anche per la mancata individuazione del soggetto che dovrà guidarne la gestione, l'incerta sostenibilità finanziaria dell'opera e i costi di realizzazione molto più elevati rispetto a quelli di strutture analoghe. Insomma, una bocciatuira su tutta la linea, anche se detta con toni diplomatici.
Insomma, in futuro di Carpi è davvero una 'scommessa' su tutta la linea.
Cesare Pradella
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