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L’Unità operativa di Pneumologia dell’Ospedale “Santa Maria Bianca” di Mirandola ha un nuovo direttore. È Rodolfo Murgia, pneumologo con alle spalle 30 anni di esperienza: dopo il conferimento dell’incarico al termine del concorso indetto dall’Azienda USL di Modena, da maggio prende servizio a Mirandola.
Cinquantuno anni, cremasco, specializzato in Malattie dell’Apparato Respiratorio, arriva dall’Azienda USL di Piacenza, dove ha trascorso metà della sua carriera professionale, lavorando per 15 anni presso la Pneumologia dell’Ospedale di Piacenza. Precedentemente, il dottor Murgia ha maturato esperienze in Rianimazione, Pronto soccorso, Riabilitazione Respiratoria e Pneumologia presso l’Azienda Ospedaliera di Crema. Negli anni ha approfondito numerosi ambiti pneumologici: l’endoscopia toracica, i disturbi respiratori nel sonno e le patologie dell’apparato respiratorio acute e croniche, con un occhio di riguardo per l’innovazione e la tecnologia applicate al monitoraggio domiciliare dei pazienti con affezioni respiratorie croniche.
Negli ultimi mesi Murgia è stato impegnato in prima linea nell’emergenza Covid-19, che ha colpito duramente la provincia piacentina, operando principalmente presso l’Ospedale di Castel San Giovanni, primo in Italia dedicato esclusivamente a pazienti Covid. In questo contesto ha potuto fare valere la sua esperienza decennale sul campo della ventilazione artificiale.
“Lascio l’Azienda USL di Piacenza dopo tanti anni di lavoro insieme e tanti sacrifici sempre ripagati – afferma il dottor Murgia –. Nell’ultimo periodo abbiamo affrontato con dignità e passione la grande emergenza che ci ha colpito duramente. È stato un periodo molto faticoso ma anche stupefacente. Vivere da vicino tragedie e situazioni umane difficili e spesso appese ad un filo ci ha fatto capire quanto sia importante il nostro lavoro; e Piacenza si è distinta per professionalità e dedizione.
Potrei citare molte persone che hanno fatto cose straordinarie, ne ricordo una per tutti: il primario dell’oncologia che ha intrapreso un percorso davvero unico e cioè ha avvicinato nel vero senso della parola i medici, gli infermieri e tutti i professionisti sanitari ai pazienti, recandosi personalmente al domicilio dei cittadini con sintomi compatibili con Coronavirus per eseguire visite, tamponi, ecografie e permettendo quindi di impostare le terapie più appropriate precocemente ed evitando ai pazienti di spostarsi presso gli ospedali già impegnati nel super lavoro. Finalmente qui sembra che la tensione stia calando e che si possa iniziare a vedere un po’ di luce, anche se questo, a mio parere, non ci deve fare abbassare la guardia, anzi ci deve stimolare ad andare avanti in questa direzione. All’AUSL di Modena spero di fare bene, inizio l’incarico a Mirandola molto contento e carico di entusiasmo, pronto a rimettermi in gioco e disposto a portare tutta l’esperienza accumulata in questi 30 anni di attività in questa realtà per favorirne la crescita”.