'Insomma la società Concave che ha l’appalto comincia a realizzare le opere per poter estrarre la ghiaia. Ma ovviamente c’è un iter da seguire che contiene alcune condizioni - si legge in una nota del Comune -. La passata amministrazione di Savignano, con una variante generale al PAE, aveva ridotto la possibilità estrattiva rispetto al precedente Piano e alla pianificazione provinciale. Nel Polo 11 si può fare attività di cava ma a precise condizioni: minore quantità di ghiaia, monitoraggio permanente delle falde acquifere e ha inoltre subordinato la possibilità di scavare ghiaia alla demolizione dei frantoi che si trovano in zone paesaggistiche di particolare pregio, soprattutto lungo i fiumi. Con successivi accordi nel 2017 e nel 2018 dunque, in attuazione del PAE, vengono concordate le condizioni per l’attività estrattiva del primo stralcio del Polo 11 con la società Concave. Il 13 marzo 2019 è stata rilasciata l’autorizzazione all’attività estrattiva, la cui efficacia è però subordinata alla demolizione del frantoio MEG (classificato come non idoneo) e del Frantoio Nuovo.
Il sindaco di Savignano Enrico Tagliavini: “Le attività estrattive e tutto ciò che ad esse è collegato non sono frutto della volontà di questa nuova amministrazione, ma prendiamo atto che esistono una convenzione e degli impegni assunti dalla precedente amministrazione che quindi devono necessariamente seguire il loro corso”.
I civici 'Nel mese di giugno dell’anno 2013, con il solo voto favorevole del gruppo consiliare “Lista dei Cittadini”, venne approvato il
Ecco la sintesi proposta dalla Lista: La scelta compiuta nella pianificazione di tale (problematica) attività, fu quella di:
- non interferire con le falde acquifere (scavi di profondità non superiore a 10 metri rispetto ad una previsione del piano provinciale fino a 15 metri);
- ridurre l’impatto con le aree abitate (distanza minima del perimetro di cava dalle abitazioni pari a 50 metri anziché 20 metri, come sarebbe consentito dal suddetto piano provinciale);
- destinare le previsioni estrattive a compensazione ambientale, incentivando la demolizione, in tempi precedenti all’effettiva escavazione, degli esistenti impianti di lavorazione inerti;
- svolgere l’attività estrattiva prevalentemente su terreni già compromessi da precedenti escavazioni e non adeguatamente sistemati;
- non interferire con le zone di tutela dei pozzi e di tutela ambientale dei corsi d’acqua.
Sempre con l’approvazione del PAE, al fine di promuovere trasparenza, partecipazione della cittadinanza e rispetto delle norme e delle prescrizioni in materia, è stato costituito l’Osservatorio comunale permanente sulle attività estrattive. Ritorniamo ora alla notizia dell’avvio dei lavori preliminari per l’attività estrattiva nel “Polo 11”. Nel mese di maggio dell’anno 2018, con l’unanimità del Consiglio comunale, è stato approvato l’accordo pubblico - privati (MEG S.r.l. e Consorzio Cave Bologna), per l’attuazione di un primo intervento, previsto dalla sopracitata pianificazione comunale, di estrazione di 500.000 metri cubi nel “Polo 11”, collegata alla dismissione e demolizione del frantoio di proprietà MEG S.r.l., in località Doccia, con successivo recupero dell’area agli usi:
- naturalistico, in concessione al Comune, per qualificare il “Percorso Natura”;
- agricolo da parte della proprietà privata.
- come ulteriore misura di compensazione ambientale, la demolizione dell'impianto “Frantoio Nuovo”, in località Magazzeno, e la riconversione dell'area ad attività di recupero di rifiuti non pericolosi da attività di costruzione e demolizione, per mezzo di impianti molto più piccoli e meno impattanti, che opereranno per pochi giorni annui, ma comunque da monitorare per quanto riguarda sia la qualità dell’aria che il rumore;
- l’estinzione del contenzioso in essere con MEG s.r.l. relativo alla “Casa del Cavallo”;
- che, secondo le norme del PAE, l’attività estrattiva potrà iniziare solo di seguito alla demolizione sia del frantoio di proprietà MEG S.r.l. che del “Frantoio Nuovo”.
- la distanza di almeno 50 m dagli edifici abitati
- una durata dell’autorizzazione estrattiva pari a 5 anni (coltivazione e sistemazione);
- la manutenzione delle opere di sistemazione a verde per un ulteriore periodo di 3 anni dalla messa a dimora;
- la cessione dell’area piantumata al Comune per fruizione pubblica ad uso ricreativo;
- il rispetto delle norme tecniche del PAE, in particolare relative:
- al contenimento delle emissioni di polvere (copertura dei mezzi di trasporto, bagnatura delle piste e dei materiali, adozione di impianto lava ruote nel punto di uscita dall’area di cava);
- alla profondità degli scavi, che dovranno essere mantenuti ad una quota di +1,5 metri rispetto al livello massimo rilevato della falda;
- alla mitigazione degli impatti generati dal traffico indotto dall’attività estrattiva, con divieto di transito in attraversamento degli abitati;
- ai monitoraggi del rumore, della qualità dell’aria e delle acque sotterranee ed alla trasmissione delle informazioni al ARPAE;
- alla garanzia fidejussoria, per l’importo di oltre 427.000 euro, per l’esecuzione delle opere di sistemazione finale dello stralcio attuativo, le opere di manutenzione delle opere di sistemazione, la manutenzione ordinaria della viabilità comunale interessata dal transito degli autocarri, per l’esecuzione dei monitoraggi delle componenti rumore, della qualità dell’aria, della qualità delle acque sotterranee.
- funzioni di vigilanza e controllo in carico al Comune, all’Agenzia Regionale per la sicurezza territoriale e la proiezione civile, all’ASL territorialmente competente.
In questi giorni l’impresa Concave inizia i lavori preliminari all’attività estrattiva (perforazione dei piezometri per il monitoraggio costante dello stato delle falde acquifere, preparazione della viabilità di accesso, recinzione ed altre opere richieste per la sicurezza e la corretta conduzione del cantiere), ma l’effettiva estrazione della ghiaia potrà però avere inizio solo ad avvenuta comunicazione di fine dei lavori di demolizione dei suddetti frantoi.
Fin qui le considerazioni della “Lista dei Cittadini”, che riconoscono nello svolgersi degli eventi di cui si è dato comunicato stampa, la conformità a quanto prescritto da norme approvate nel recente passato, all’unanimità, dall’Amministrazione comunale, rispetto ad un’attività problematica quale quella estrattiva.
Preoccupa invece l’affermazione del Sindaco Enrico Tagliavini.
Ci permettiamo ricordare al sindaco Tagliavini che il “SI” all’attività al Polo 11 non è “della ex giunta”, ma del Consiglio Comunale della passata legislatura, all’unanimità. E della passata legislatura faceva parte anche l’attuale suo vice Sindaco (Delibera del Consiglio comunale n° 21 del 21 maggio 2018)”. Sull’argomento interviene anche Mauro Cavalli, Presidente della Lista dei Cittadini: “Riconosciamo in pieno sia le scelte di pianificazione dell’anno 2013 che quelle più recenti, relative al primo intervento di attuazione ad opera del Consorzio Cave Bologna, che ribadiamo comporta la preventiva chiusura di ben due frantoi, scelte volte alla salvaguardia del territorio, dell’ambiente e della salute dei cittadini, ed auspico il fattivo e convinto impegno dell’attuale amministrazione comunale nello svolgimento dei compiti di vigilanza e controllo ad essa assegnati, anche attraverso l’Osservatorio comunale permanente sulle attività estrattive, organismo da rinnovare con sollecitudine”.